Brasile: Lula in carcere da un mese. Padre Bossi (comboniano), “rappresenta un progetto storico che ha il diritto di essere valutato dagli elettori”

L’ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva è agli arresti da un mese esatto a Curitiba, da quando cioè si è consegnato alla Polizia Federale. A nulla sono valsi finora i tentativi di farlo uscire di prigione. L’ex presidente, che continua a dichiararsi innocente, insiste nel volersi comunque candidare alle elezioni presidenziali del prossimo autunno. A Curitiba, di fronte alla cella speciale allestita per l’ex presidente, “continua da settimane una mobilitazione simbolica da parte di movimenti popolari e vari organizzazioni. Son venuti vari Governatori di Stati brasiliani vicini a Lula”, racconta al Sir padre Dario Bossi, missionario comboniano che vive al confine tra gli stati di Maranhão e Pará, molto attivo nelle battaglie contro i grandi progetti che minacciano le popolazioni e l’ecosistema dell’Amazzonia.
Prosegue il missionario: “Il clima è di grande preoccupazione, se si guarda alla storia recente del Brasile e a un evidente progetto politico che va al di là della figura di Lula. Pensiamo all’accanimento giuridico con il quale è stata deposta la presidente Dilma Rousseff, la sequenza che ha colpito la visibilità simbolica di un progetto politico, la disparità di trattamento subita da Lula rispetto ad altri politici brasiliani. Insomma, a mio avviso dietro c’è il progetto di smontare alcune scelte politiche, i nuovi diritti e possibilità dati alle classi popolari del Paese. Anch’io ho varie riserve sull’operato di Lula, ma è evidente che grazie alla sua azione c’è stato un consolidamento dei diritti popolari”.
Padre Bossi vede inoltre “l’avanzare di un clima di intolleranza e violenza che passa sotto silenzio mentre il Paese è spaccato in due sulla vicenda Lula. Ci sono stati momenti di odio e violenza, spesso alimentati e manipolati da alcuni organi d’informazione. Penso per esempio all’uccisione dell’attivista Marielle Franco a Rio de Janeiro”. “Personalmente – conclude il missionario – ritengo che Lula rappresenti un progetto storico che ha il diritto di essere valutato attraverso il voto. Certo, è vero che l’ex presidente ha cavalcato una sua visibilità simbolica, ha cercato di trovare un’erede con Dilma Rousseff e oggi non ci sono grandi figure carismatiche nel suo partito”.

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