Iraq: Msf apre una nuova unità chirurgica per i feriti di Mosul

Msf, la nuova unità chirurgica per i feriti di Mosul

Una sala operatoria mobile, un reparto di degenza con 33 posti letto e un’area dedicata agli interventi di salute mentale. È la nuova struttura per cure post-operatorie che Medici senza frontiere (Msf) ha aperto nei giorni scorsi a Mosul Est per fornire assistenza medica a persone ferite da traumi violenti o accidentali durante il conflitto per la presa di Mosul. In questa nuova unità, sorta nel complesso ospedaliero Al’Salaam e Al’Shifaa, Msf fornirà interventi chirurgici, assistenza post-operatoria, trattamenti di salute mentale e riabilitazione attraverso un’unità specifica la cui gestione sarà in partnership con l’organizzazione Handicap International. “Mosul aveva uno dei migliori sistemi sanitari in Iraq, ma il conflitto ha avuto un impatto devastante sulle infrastrutture, il personale e le attrezzature mediche”, dichiara Heman Nagarathnam, capo missione di Msf in Iraq. “Prima delle ostilità si contavano più di 3.500 posti letto disponibili negli ospedali di Mosul, ma nove ospedali sono stati completamente distrutti nei combattimenti e oggi restano meno di 1.000 posti letto disponibili. È davvero difficile per gli abitanti di Mosul avere accesso alle cure mediche”. Gli ospedali continuano ad essere il bersaglio delle guerre nonostante due anni fa il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvava la risoluzione 2286 per proteggere gli ospedali, i pazienti e il personale sanitario nei conflitti. “Ventiquattro mesi dopo, possiamo dire che nulla è cambiato. Gli attacchi agli ospedali non si sono fermati: più di 100 all’anno nei conflitti in corso. Msf ribadisce con forza che gli ospedali non devono essere un bersaglio. Voltare le spalle a questo principio equivale a voltare le spalle alle fondamenta dell’etica medica”, dichiara François Dumont, direttore Comunicazione e Advocacy di Medici senza frontiere. La nuova struttura è gestita da un team di 30 medici altamente qualificati, internazionali ed iracheni, in grado di accogliere i pazienti trasferiti da ospedali pubblici che necessitano di chirurgia d’urgenza o cure post-operatorie.

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