Avvenire: la prima pagina di domani 4 maggio. Crisi demografica italiana, le vedove dei combattenti Daesh, ultimo tentativo di Mattarella

“Avvenire” dedica il suo titolo principale alle proiezioni Istat sulla situazione demografica italiana nel 2065. Un quadro fosco che vede un Paese invecchiato, con 10 milioni in meno di abitanti e un Sud più spopolato a favore del Nord. Due gli editoriali dedicati al tema. Secondo Luciano Moia, “bisogna comunque alzare lo sguardo oltre la logica dell’emergenza, oltre la sordità delle politica, oltre le previsioni catastrofiche, perché c’è un’Italia che non si rassegna al declino. Un’Italia che continua ad avere fiducia nella famiglia, nella bellezza e nella verità di un amore che costruisce futuro e che alimenta speranza per sé e per gli altri. Magari si tratta di una famiglia che non risponde del tutto ai nostri riferimenti ideali. Forse è solo un progetto, una speranza di vita familiare, oppure è il risultato di una ricomposizione faticosa, in cui le ferite ancora aperte non consentono saldature ‘ortodosse’. Ma queste realtà, anche se ancora non riescono a incidere sulle statistiche, esistono e vanno aiutate”. Secondo Massimo Calvi, “un programma per favorire la costruzione di un Paese aperto e favorevole alle famiglie richiede responsabilità, una visione di ampio respiro e di lungo periodo, e nessuna barriera ideologica. La drammatica realtà è che alle urne, come si è visto, oggi non avrebbe alcuna possibilità di affermarsi. Gli italiani si dimostrano elettoralmente molto più propensi a preferire un modello in cui chi lavora paga poche tasse (o non le paga affatto) e chi non lavora ottiene un reddito garantito, lasciando il debito pubblico libero di crescere. È la storia degli ultimi 25 anni a dirlo, il dato che si aggiunto è l’ostilità verso lo straniero”. La fotocronaca è per le vedove dei combattenti del Daesh, che sono ora le nuove perseguitate in Iraq. Il titolo di taglio va invece alla politica, con il no del Pd a M5s e l’ultimo tentativo di Mattarella lunedì con i partiti, mentre aleggia il fantasma di un nuovo voto a settembre.

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