Vino: le false etichette italiane valgono 83 milioni di euro. Necessità di maggiori tutele dei marchi

Vale davvero un tesoro il falso vino italiano in giro per il mondo. Stando agli ultimi calcoli effettuati, le false etichette italiane di rossi e bianchi valgono circa 83 milioni di euro. Questo almeno è ciò che indica uno studio di Euipo, l’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, ripreso da Glp – azienda italiana attiva da 50 anni nel settore della tutela della proprietà intellettuale -, in vista dell’edizione 2018 di Vinitaly che si terrà dal 15 al 18 aprile a Verona. Se poi si guarda all’intera Europa il valore arriva a 500 milioni di euro e a oltre 2mila posti di lavoro persi a causa delle falsificazioni. Da qui l’allarme degli addetti ai lavori che chiedono quindi una più forte tutela dei marchi enologici. Una precauzione che, fa notare Glp, arriva solo quando si inizia ad esportare, ma che tocca ancora poco proprio le aziende enologiche e vitivinicole che invece potrebbero proteggere con brevetti le etichette, il nome del vino, le immagini collegate al logo e all’impresa stessa. Possono anche essere protetti la bottiglia, la sua forma, il colore.
Nelle attività di brevettazione Lombardia, Piemonte e Veneto sono tra le regioni più attive – nel 2015 hanno raccolto il 40% dei marchi depositati in Italia – ma anche in queste aree (a forte vocazione vitivinicola) pare siano ancora troppo poche le aziende del settore che hanno pensato di tutelare la loro etichetta. Attualmente il comparto del vino, stando ai dati diffusi da Glp, vale circa 8 miliardi di euro e coinvolge più di 1.800 imprese con 17mila lavoratori.

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