Turismo e valorizzazione del territorio: Università europea Roma, un nuovo corso di laurea. De Angelis (Usr Lazio), “chi meglio dell’Italia può offrire lavoro in questo settore?”

Davanti alla scelta della scuola superiore di secondo grado, i ragazzi non hanno dubbi e preferiscono i licei. Almeno nel Lazio e in particolare a Roma le percentuali degli iscritti al classico o allo scientifico è oltre il 70% in città e del 53% in regione. E il resto? Sono sparsi fra professionali e istituti tecnici. Pochi ancora preferiscono l’indirizzo turistico, nonostante il grande potenziale del territorio. All’Università europea di Roma oggi è stato presentato il corso di laurea in turismo e valorizzazione del territorio, in collaborazione con l’Università della Tuscia, rivolto a tutti ma in particolare a coloro che hanno investito il tempo delle superiori nello studio delle lingue e delle tecniche turistiche. “La conoscenza del mondo è una cosa bellissima e non fa che confermare la nostra grandezza. Fino a ieri a Roma solo due università offrivano corsi di laurea in turismo. Speriamo che permettano ai ragazzi delle scelte oculate”, ha affermato Gildo De Angelis, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale (Usr Lazio), rivolto a una platea di scolaresche romane delle superiori. “Chi meglio dell’Italia – ha aggiunto – può offrire opportunità lavorative nel turismo? Negli altri Paesi dove non c’è lo stesso patrimonio si riesce a catalizzare turisti grazie alla organizzazione e alle competenze. Come Ufficio scolastico regionale abbiamo assunto come primo obiettivo la buona riuscita dell’alternanza scuola-lavoro. Nella maggior parte dei casi il risultato è stato ottimo. L’Ufficio ha attivato oltre 50mila convenzioni. Per il 60% dei ragazzi è risultata utile come esperienza”. Sulla scarsa preferenza degli istituti professionali e tecnici, De Angelis ha proseguito: “È strano, visto il patrimonio del nostro territorio. Nella regione abbiamo 6 istituti tecnici di cui 5 a Roma, 2 professionali, 26 istituti tecnici e commerciali che rappresentano la nuova linfa per il turismo. Chi proviene dal percorso turistico, nel 30% si iscrive all’università anche a facoltà come lettere e filosofia. Pochi scelgono alla fine il percorso universitario sul turismo. Suppongo però che l’alternanza scuola-lavoro cambierà questo quadro. La conoscenza del mondo del lavoro infatti consente una scelta ponderata del futuro. Ci serve, poi, una internalizzazione delle scuole del Lazio. Stiamo facendo degli accordi con Canada e Australia dove la seconda lingua parlata e studiata è l’italiano”.

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