Perù: messaggio dei vescovi dopo rinuncia del presidente Kuczynski, “serve un nuovo inizio etico, a tutti i livelli”

“Siamo arrivati a un punto di rottura a livello politico. Un nuovo inizio esige non solo un cambio di mandato, ma il recupero etico e morale del Paese a tutti i livelli, perché gli alti livelli di corruzione rubano la speranza, soprattutto dei poveri e dei giovani”. È uno dei passaggi più forti del messaggio diffuso ieri, in una conferenza stampa, dalla Conferenza episcopale del Perù (Cep) in seguito alle dimissioni del presidente della Repubblica Pedro Paolo Kuczynski, che mercoledì aveva rinunciato al suo incarico alla vigilia del voto del Parlamento che avrebbe probabilmente sancito il suo impeachment, per accuse di corruzione.
La nota dei vescovi è firmata dal presidente della Cep, mons. Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo; dal primo vicepresidente, mons. Pedro Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo; dal secondo vicepresidente, mons. Robert Prevost, vescovo di Chiclayo; dal segretario generale, mons. Norberto Strotmann, vescovo di Chosica. Nel messaggio, la Conferenza episcopale invita a mettere al primo posto il bene comune, offrendo al tempo stesso una visione realistica di quanto sta accadendo nel Paese: “Constatiamo che esiste un processo sistematico di corruzione, causato dal divorzio tra etica e politica, rafforzato da ambizioni personali e di gruppo, acutizzato dall’impunità e tartassato da un sistema che ignora la giustizia”. Prosegue il messaggio: “Compiere il dovere costituzionale di governare è una responsabilità di tutti i poteri dello Stato. Nessuna autorità può sentirsi dispensata. Chiunque assuma la guida del Perù dovrebbe promuovere e ricevere il sostegno di tutte le forze sociali, per generare un ‘Accordo di governo’ passo dopo passo”.
I vescovi rivolgono poi un appello ai cittadini perché si impegnino in politica e accettino di assumere incarichi pubblici, “coscienti dell’impegno a servire la patria e a non servirsi della politica per i propri interessi”. Ancora, si legge nel messaggio: “In questo momento cruciale, è urgente mettere il bene comune prima di fronte a interessi particolari. Recuperiamo i valori etici e morali che hanno costruito l’essenza della nostra nazione peruviana. Non c’è nulla di più contrario al messaggio cristiano dell’individualismo: vivere senza persone vicine e approfittarne”.
“Vogliamo camminare con tutti i cittadini – concludono i vescovi peruviani – per partecipare con vigilanza a processi che promuovano la vita democratica del Paese e delle sue istituzioni” e, di conseguenza, come ha detto Papa Francesco durante la sua visita lo scorso 19 gennaio, “creare un Perù che abbia spazio per tutti, in cui si possa realizzare la promessa della vita peruviana”.

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