Cinema: don Milani (Rivista cinematografo), “gioia più grande vederla nelle mani dei Millenials”

(Milano) “La rivista che avete tra le mani compie novant’anni e penso non ci sia miglior compleanno di quello che stiamo festeggiando oggi: vedendola in mano a voi”. Don Davide Milani, direttore della Rivista del cinematografo, edita dalla Fondazione Ente per lo Spettacolo, si è rivolto così agli oltre cento “millenials” (giovani tra i 18 e i 35 anni), studenti dell’Università Cattolica, che hanno partecipato questo pomeriggio al Palazzo arcivescovile di Milano, all’incontro “Cinematografiamo”, promosso dall’Istituto Giuseppe Toniolo, in collaborazione con l’Alta scuola in media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica, la Fondazione Ente dello Spettacolo e l’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Milano. “Quello tra la Chiesa e il cinema – ha spiegato don Milani – è un legame fortissimo: c’è stata una stagione in cui, soprattutto nel Nord Italia, accanto alla chiesa e al campo di calcio, moltissime parrocchie avevano una sala per le proiezioni”. Don Milani, che è anche direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi ambrosiana, ha ricordato come “la Chiesa usa bene il linguaggio del cinema quando non lo usa per fare catechismo, ma per conoscere l’uomo, raccontando speranze, delusioni, gioie, dolori. In una parola: la vita”. “La rivista – ha proseguito il direttore rivolto ai giovani – parla di cultura cinematografica e non solo di film cattolici. L’orizzonte è sempre quello dell’umano”. Guardando alle trasformazioni che stanno interessando il mondo del cinema, don Milani ha rivolto agli studenti un invito: “Don Lorenzo Milani cinquant’anni fa ricordava come fosse importante aiutare i giovani non tanto ad imparare a leggere, ma a capire quello che leggevano. Oggi i giovani sono abituati a confrontarsi con il linguaggio dell’audiovisivo, tanto da diventare essi stessi produttori di filmati, ma quanto capiscono di quello che vedono e producono? A voi che siete studenti di cinema il compito di essere missionari di questo alfabeto nuovo che avete tra le mani”.

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