Lavoro: don Bignami (Cei), “ripensare il rapporto tra manualità e tecnologia in termini di sostegno e non di sostituzione”

“L’ecologia integrale è una visuale che invita a saldare insieme ecologia e sviluppo più che a contrapporre”. Lo ha detto don Bruno Bignami, vicedirettore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, durante il 15° seminario di studio sulla custodia del creato, che si svolge oggi a Roma. “L’uomo sta di fronte al creato non come ricettore passivo ma come colui che favorisce un ‘prudente sviluppo del creato’”, ha aggiunto citando Papa Francesco. Sul tema del lavoro, in particolare, il vicedirettore dell’Ufficio Cei ha sottolineato che “siamo chiamati a capire che dobbiamo prestarci a essere fautori di questo prudente sviluppo”. L’auspicio è quello di “valorizzazione il lavoro manuale”: “Bisogna ridare significato alla manualità che ci rende non lavoratori ma artigiani”. Si tratta, a suo avviso, di un “lavoro che fa emergere finalità di senso e bene del creato. Lo sviluppo non può che passare da questa ripresa della manualità”. Una delle priorità indicate da don Bignami è quella di “ripensare il rapporto tra manualità e tecnologia in termini di sostegno e non di sostituzione”. A suo avviso, è la “sfida per i prossimi anni”. Altra priorità, i progetti di recupero di aree dismesse. “Troppi terreni sono aree di nessuno”. Bisogna “mettere mano ai luoghi del caos per trasformarli in spazi sociali”. “Serve una bonifica culturale alla quale non possiamo sottrarci”.

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