Grazie alle strutture della Caritas diocesana di Ragusa hanno trovato accoglienza madri e figli vittime di violenza (casa di accoglienza “Io sono con te”), senza dimora (ben 80 che si sono andati ad aggiungere alle 95 del progetto “Housing first”). Quasi mille gli interventi effettuati nel progetto “Presidio” a Marina di Acate. Inoltre sono state 800 le famiglie seguite dai vari centri d’ascolto (tra gli indici è emerso come uno dei fattori di povertà emergenti è costituito da separazioni e divorzi) mentre il “Ristoro San Francesco” ha erogato in un anno oltre 11mila pasti caldi. Sono alcuni numeri forniti dalla Caritas diocesana di Ragusa che ieri ha presentato, alla presenza del vescovo Carmelo Cuttitta, lo studio sulle povertà nella diocesi, curato dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse. In “un territorio relativamente ricco – si legge in una nota diffusa oggi dalla diocesi – ma con la ricchezza mal distribuita e che ogni giorno dilapida ricchezze” come i 874 euro l’anno a persona nelle sole slot machine, ci sono “segnali di speranza”. “L’arrivo a Ragusa di una famiglia (padre, madre e cinque figli) dall’Etiopia – prosegue la nota – è uno di questi, voluto fortemente dal vescovo Cuttitta, che ha fatto in modo che la diocesi di Ragusa fosse la prima in Italia ad attivare i corridoi umanitari”. Ma poi ci sono i progetti di inserimenti lavorativi “Costruiamo saperi” e “Seminamondo”. “Abbiamo presentato – ha commentato mons. Cuttitta – una presenza e un’azione che magari quotidianamente non si nota ma che dimostra quanto efficace sia l’azione della Caritas diocesana”. Il vescovo ha anche plaudito all’impegno dei giovani del Servizio civile (“Un’attività molto proficua”) e auspicato che “altre famiglie che fuggono dal terrore, dalla guerra e dal disastro umanitario” possano essere accolte sfruttando i corridoi umanitari.