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Parlamento Ue: relazione sui diritti fondamentali. “Diversi Stati chiudono le porte ai migranti”. No a razzismo e xenofobia

(Bruxelles) Il Parlamento europeo “osserva che i fattori trainanti della migrazione nei Paesi terzi sono principalmente i conflitti violenti, le persecuzioni, la disuguaglianza, il terrorismo, i regimi repressivi, le calamità naturali, le crisi provocate dall’uomo e la povertà cronica”; “ricorda che i richiedenti asilo e i migranti continuano a perdere la vita e sono esposti a molteplici pericoli nel tentativo di attraversare in modo irregolare le frontiere esterne dell’Ue”; “esprime preoccupazione per il fatto che diversi Stati membri hanno inasprito il loro approccio politico in materia di asilo e migrazione e che alcuni Stati membri non si conformano pienamente ai loro obblighi in relazione a tali ambiti”. Lo si legge nella relazione stesa dal deputato Frank Engel sui diritti fondamentali nell’Ue che andrà domani, 28 febbraio, all’attenzione della plenaria dell’Europarlamento a Bruxelles. Il documento “invita l’Ue e i suoi Stati membri a porre la solidarietà e il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo al centro delle politiche comuni in materia di migrazione”; raccomanda il rispetto dei diritti dei migranti, in particolare di donne e minori, a rischio di sfruttamento e tratta; “è preoccupato per le ampie divergenze riguardanti le condizioni di accoglienza offerte da alcuni Stati membri, e per il fatto che alcuni Stati membri non provvedono a garantire un trattamento adeguato e dignitoso dei richiedenti protezione internazionale”.
La relazione chiede di realizzare “canali sicuri e legali per la migrazione”, mentre afferma che “il modo migliore per tutelare i diritti dei cittadini che non possono entrare legalmente in Europa sia quello di affrontare le cause profonde dei flussi migratori”. La relazione afferma che “è inaccettabile che alcuni Stati membri sostengano che il fenomeno della migrazione non sia una loro preoccupazione”, sottraendosi di fatto ad affrontare in maniera solidale il fenomeno stesso.
L’ampio documento, dedicato ai diritti fondamentali nell’Ue, ricorda poi i nodi dell’integrazione culturale, sociale e religiosa dei rifugiati; “esprime preoccupazione per l’allarmante aumento delle manifestazioni di istigazione e incitamento all’odio e delle notizie false”; condanna “gli episodi relativi ai reati generati dall’odio e all’incitamento all’odio fondati sul razzismo, la xenofobia, l’intolleranza religiosa o i pregiudizi nei confronti delle persone per le loro disabilità, l’orientamento sessuale o l’identità di genere, che si verificano quotidianamente nell’Ue”.

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