Migrazioni: il racconto di Vincenzo Morello, medico di porto a Pozzallo. “Peggiorano le condizioni di chi arriva dalla Libia”. “Serve una Ue forte”

Quasi 1200 le persone sbarcate al porto di Pozzallo (Sicilia) dall’1 gennaio a oggi, un numero che corrisponde allo stesso periodo dell’anno scorso. Sono però peggiorate le condizioni di chi arriva dai porti della Libia. A raccontarlo al Sir è Vincenzo Morello, medico di porto, oltre che medico di base, della città ragusana. “I regimi di detenzione degli scafisti in Libia sono molto più preoccupanti dal punto di vista umano, molto più violenti, e la gente arriva in condizioni peggiori”. Sui gommoni ora, oltre alla scabbia, a ferite e contusioni, arrivano anche la denutrizione: le persone vengono lasciate senza cibo già due o tre giorni prima della partenza, “perché così non hanno la forza per ribellarsi e quindi subiscono”. A volte “caricano già gente morta”, come nel caso di un ragazzo di vent’anni arrivato a gennaio, racconta il medico. Bilancio degli accordi tra Ue e Libia? “Il problema grave” è che l’interlocutore libico che tratta con l’Ue “non riesce a garantire una copertura totale” delle coste, come raccontano al medico le persone che continuano a sbarcare. “Non si può trasferire tutta l’Africa in Europa”, ma “la situazione europea non aiuta”: c’è la necessità di creare degli investimenti in ogni singolo Stato africano, ma “bisogna anche fare in modo che si costruiscano gli equilibri interni”.
Per questo è necessaria “una forte mediazione politica da parte di un’Europa forte, cosa che al momento ancora non esiste, visti gli interessi dei singoli Stati europei di forniture, investimenti, armi”. Il dottor Morello ha nel suo studio medico il timone della barca su cui il 1° luglio 2014 furono trovati morti 48 morti nella stiva: “quando il Papa verrà a Pozzallo”, che è anche la terra natale di Giorgio La Pira, “glielo daremo all’offertorio”.

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