Sis 118: Balzanelli (presidente), “medico e infermiere insieme per soccorso di autentica eccellenza a chi è in pericolo di morte”

“Medico ed infermiere del Sistema 118 devono stare insieme. Non è assolutamente ininfluente, per un morente, ai fini delle probabilità concrete di sopravvivenza, ricevere, oppure non ricevere, il soccorso di un medico insieme a quello dell’infermiere”. Lo afferma senza mezzi termini Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis  (Società italiana sistema) 118. Con riferimento alla recente polemica circa il ruolo dell’infermiere Set 118, sull’eventualità che lo stesso possa somministrare farmaci in autonomia rispetto al medico, in una lettera aperta Balzanelli rimarca il dovere di assicurare alla persona che “sta per morire” – e si discute di vita o di morte nell’arco temporale anche di pochi minuti – “una risposta istituzionale di soccorso di autentica eccellenza”. La gestione reale, “sul selciato della strada”, di un “paziente critico” in evidente e imminente pericolo di vita “impone che allo stesso venga assicurata, in contesto operativo tempo dipendente, diagnosi e terapia di emergenza”, che “sono di esclusiva pertinenza medica”, nonché assistenza clinica adeguata, “di peculiare pertinenza infermieristica”. Per il presidente del Sis 118 è “assurdo, irricevibile, pericolosissimo, aver consentito, da parte del legislatore nazionale e regionale, che siano stati legittimati modelli di Sistema 118 riguardo le cui operatività sui pazienti critici il medico e l’infermiere possano operare completamente disgiunti l’uno dall’altro”. Occorre “assicurare sul territorio nazionale ai pazienti critici, e quindi, potenzialmente, a 60 milioni di italiani, un indice di medicalizzazione ed al contempo di infermierizzazione degli equipaggi del Sistema 118” che assicuri “a livello dei vari territori regionali, un livello di cure realmente omogeneo e di concrete pari possibilità di accesso”.

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