Cuba: il parere dei vescovi verso la nuova Costituzione, “libertà di esprimere pubblicamente la propria religione e opinione politica”

Tutti i cittadini cubani sono coinvolti in un processo consultivo e in un referendum che porterà all’approvazione della nuova Costituzione. Anche la Chiesa cattolica in Cuba esprime il suo parere in un messaggio firmato dai dodici vescovi cubani, nel quale riconoscono l’importanza di un processo che coinvolga tutti i cittadini, che invitano “ad una partecipazione consapevole e responsabile”. Chiedono quindi alle autorità di “tener conto di tutte le opinioni e contributi”. Analizzando i vari temi e paragrafi, i vescovi cubani apprezzano il riconoscimento della dignità dell’uomo e della donna e il fatto che le persone siano riconosciute “uguali in dignità, doveri e diritti, senza nessun tipo di discriminazione”. Allo stesso tempo lamentano “l’assenza di riconoscimento della diversità di opinione politica” e la mancanza di riferimento al diritto alla vita “da rispettare dal momento del concepimento fino alla morte naturale”, compresa “l’esclusione della pena di morte”. A proposito del diritto a professare il proprio credo religioso i vescovi cubani riaffermano “la libertà di praticare la propria religione” come “libertà di ogni persona di vivere in maniera conforme ai valori della propria fede, di esprimerla pubblicamente, tenendo come limite il rispetto dell’altro”. Nel caso della Chiesa cattolica questa libertà implica “il riconoscimento giuridico della Chiesa e della sua identità e missione, compresa la possibilità di far conoscere il proprio insegnamento morale”, di “accedere in maniera sistematica ai mezzi di comunicazione, alla libertà di insegnamento e di evangelizzazione, di costruire edifici e acquistare o costruire beni adeguati alle proprie attività; e la libertà di associarsi per fini non solo strettamente religiosi ma anche educativi, culturali, di salute e carità”. A proposito della difesa della patria, proseguono, “l’uso della forza va considerato una risorsa estrema, da giustificare solo in determinate circostanze e condizioni eccezionali, e sempre proporzionata alle cause che la provocano”. Nel capitolo dedicato all’identità di genere i vescovi contestano “una evidenza influenza della cosiddetta ‘ideologia del gender’ che risulta non necessaria perché basterebbe indicare la categoria ‘sesso’ per comprendere tutti i membri della società”. Questa ideologia, sostengono, “prevede tra i suoi principali postulati che ogni persona scelga la propria identità sessuale. Questa corrente ideologica è stata introdotta a Cuba da alcuni media ufficiali e dall’influenza del mondo esterno”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy