Brasile: Bolsonaro nuovo presidente. Dom Krieger (vicepresidente Cnbb), “la Chiesa non rinuncerà al suo ruolo profetico”

“La Chiesa non rinuncerà al suo ruolo profetico”. Lo afferma, in un’intervista al Sir, in occasione delle elezioni presidenziali brasiliane, dom Murilo Krieger, arcivescovo di San Salvador de Bahia, primate del Brasile e vicepresidente della Cnbb (nell’ultimo mese ha svolto le funzioni di presidente, in assenza del cardinale da Rocha, impegnato al Sinodo). L’arcivescovo tende la mano al nuovo presidente, Jair Bolsonaro, eletto ieri con circa il 55% dei voti, staccando di dieci punti Fernando Haddad. Ma al tempo stesso avverte che la Chiesa continuerà a parlare sui valori e sulle questioni sociali
“Ho molto più che una speranza, direi ne ho quasi la certezza – afferma l’arcivescovo di San Salvador -. Superato questo appuntamento elettorale, a partire da subito, la pace tornerà a regnare qui in Brasile. Tutti sono stanchi di una campagna elettorale che è stata molto estenuante, in quanto ci sono state ben poche proposte e molti attacchi reciproci. Certamente, in breve tempo, sia i sostenitori del candidato X che il candidato Y diventeranno consapevoli dei loro eccessi. Per quanto riguarda la violenza: è bene ricordare che essa è stata principalmente scritta o verbale. Di violenza fisica, come sappiamo, c’è stato un caso, ed è successo proprio qui nella sede dell’arcidiocesi primaziale del Brasile, a San Salvador.
Sul futuro atteggiamento dell’episcopato, dom Krieger, afferma che verrà rispettata la “luna di miele” dei primi cento giorni. Tuttavia, “le posizioni della Cnbb (Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile) sono sempre state molto chiare. Tutti sanno quello che pensiamo noi vescovi. Certamente, mi riferisco soprattutto a ciò che è essenziale, ai valori”.
Prosegue il primate del Brasile: “Nel momento attuale della nostra storia, ciò che ci preoccupa di più sono il numero di disoccupati e la crescente violenza, in gran parte causata dalla droga e dal narcotraffico. Continuiamo a sostenere che la pace è il frutto della giustizia; quindi dobbiamo investire di più nell’istruzione e su progetti che rispondano alle sfide della mancanza di alimenti, dei senzatetto, delle malattie, alcune delle quali erano ormai scomparse”.
La Chiesa, conclude il vicepresidente della Cnbb, è stata per decenni una coscienza critica riguardo alle decisioni esecutive e legislative”. E continuerà “a rivestire il suo ruolo profetico”.

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