30 anni Sir: Bustaffa (direttore 1997/2013), “alternativa al clericalese”

“La prima questione che venne messa in luce fu proprio quella del linguaggio. Ci ricordiamo delle grandi battaglie sull’ecclesialese, che oggi chiamerei clericalese. Perché l’ecclesialese è il linguaggio della Chiesa, che è quello di una madre nei confronti dei figli. Quindi, ha un significato molto importante. Ma quel linguaggio solo per addetti fu il primo ostacolo di fronte al quale ci ponemmo con il desiderio di trovare un’alternativa”. Lo dice Paolo Bustaffa, direttore del Sir tra il 1997 e il 2013, in una video-intervista per i 30 anni dell’agenzia, in cui ricorda il “modo di comunicare il pensiero e la vita della nostra Chiesa”, “a partire da quella del territorio per arrivare a quella del Paese e poi allargarci a quella dell’Europa e del mondo”. “Questo respiro caratterizzò subito i primi passi del Sir – aggiunge –. L’avventura era lo stile con il quale ci ponemmo al lavoro. Anche con pochi strumenti in una grande povertà, che era e rimane il segno della libertà. E questo era un elemento fondamentale che fa comprendere il valore profondo dell’agenzia Sir. Non significò rinunciare a strumenti fondamentali ma utilizzarli con grande intelligenza”.

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