Sinodo 2018: Ruffini, “l’intervento più applaudito è stato quello di un giovane uditore iracheno”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“L’intervento finora più applaudito al Sinodo è stato quello di un giovane dentista iracheno”, Sala Al-Abbia, di 26 anni, membro della Chiesa caldea e uditore. Lo ha detto il prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, nel briefing di oggi in sala stampa vaticana, riferendo che i padri sinodali, nell’ascoltare la sua testimonianza, “si sono commossi”. “Credo sia molto importante parlare di famiglia, sessualità e social media”, ha esordito Safa, “ma la sfida principale che devono fronteggiare i giovani in Iraq è la pace e la stabilità e il loro diritto a vivere con dignità”. Poi il giovane iracheno ha citato “il numero di martiri che hanno versato il loro sangue in Iraq” negli ultimi anni: “Più di 1.224 cristiani sono stati uccisi, metà dei quali erano giovani. Senza contare l’assassinio di padre Ragheed e del vescovo Raho, le bombe lanciate sui fedeli che partecipavano alla messa, le azioni terroristiche e i rapimenti durante l’invasione della piana di Mosul e Ninive da parte dell’Isis, che hanno portato all’espulsione di 120mila cristiani dalle loro case solo in una notte. In questo contesto, ha fatto notare Al-Abbia, i giovani pensano che “l’unica soluzione è l’emigrazione, a causa della quale il numero dei cristiani iracheni è passato da un milione e mezzo nel 2003 a 400mila negli anni più recenti. La nostra paura è che il numero è in continua decrescita e che un giorno sparirà la presenza cristiana in Iraq”. Il giovane uditore ha concluso il suo intervento chiedendo preghiere e “una speciale attenzione non solo ai giovani iracheni, ma a quelli degli altri Paesi dove i cristiani sono considerati una minoranza”.

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