Mons. Romero: Filochowski, “non presentarlo come un santo decaffeinato”, “ucciso per mettere a tacere la verità”

Oscar Arnulfo Romero “è stato ucciso in un deliberato tentativo pianificato di mettere a tacere la voce della verità in una società alimentata da un regime di distorsioni e menzogne”. Lo ha ricordato Julian Filochowski, presidente del Centro Archbishop Romero Trust, che ha lanciato un appello a “evitare la tentazione di presentare alla Chiesa un Romero decaffeinato, un santo acqua e sapone, un carismatico devoto che è stato colpito da un proiettile di un pazzo assassino mentre celebrava la messa”. “Raccontate la storia come è andata veramente”, ha insistito, sottolineando che “Romero è stato giustiziato come Gesù di Nazaret, la voce dei senza voce è stata assassinata”. Intervenendo all’incontro su “Romero comunicatore” organizzato da Signis, l’associazione cattolica mondiale per la comunicazione, in collaborazione con il Dicastero per la comunicazione, Filochowski ha evidenziato che “i media tradizionali salvadoregni hanno creato le condizioni, nella frenetica atmosfera che portava alla guerra civile, affinché un simile assassinio diventasse concepibile e fattibile”. “Le fake-news non sono un fenomeno dell’era Trump, ma erano lì, già vive e vegete, nei media salvadoregni degli anni ’70”, ha rimarcato il presidente del Centro Archbishop Romero Trust, per il quale Romero, “un martire delle autentiche comunicazioni sociali nella Chiesa”, ucciso “perché parlava della verità senza macchia”, con le sue parole “a volte inquietanti” rappresenta “una sfida per vescovi, preti e laici”.

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