Mons. Romero: card. Rosa Chavez, “un profeta di fuoco”

“Era un uomo timido, ansioso, chiedeva spesso consigli, ma quando aveva davanti un microfono si trasformava e diventava un profeta di fuoco perché era invaso dallo Spirito di Dio”. Con queste parole il card. José Gregorio Rosa Chávez, vescovo ausiliare di San Salvador, ha ricordato mons. Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo e martire salvadoregno che domenica sarà proclamato santo da Papa Francesco. “È stato la voce più importante del popolo salvadoregno, è stato come l’ossigeno, come una luce”, ha aggiunto il card. Rosa Chavez che, intervenendo all’incontro promosso da Signis, l’associazione cattolica mondiale per la comunicazione, in collaborazione con il Dicastero per la comunicazione, non ha mancato di denunciare i tentativi di mettere a tacere mons. Romero. “I media – ha denunciato – hanno tentato di renderlo invisibile, di distorcere il suo messaggio. È stato attaccato, lo definivano il demonio, ma lui camminava con la sua gente, sapeva comunicare l’utopia di un popolo libero, felice, protagonista”.
Romero, ha spiegato il vescovo ausiliare di San Salvador, “significa ‘rosmarino’, che è una pianta aromatica, medicinale, ottima per essere usata in cucina: da domenica il suo profumo inonderà il mondo”. “Abbiamo bisogno – ha concluso – di questa medicina per pulire il mondo dalla corruzione, dalle ambizioni, dall’egoismo e dal peccato. E per condividere i pasti nella fraternità”.
In occasione dell’incontro, nella Sala San Pio X, in via dell’Ospedale, è stata allestita una mostra con foto inedite (tra cui quelle che raffigurano Romero calciatore e in spiaggia) e con le prime pagine della stampa mondiale, all’indomani dell’assassinio avvenuto il 24 marzo del 1980.

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