Immigrazione: ricerca de “Il Regno” e Caritas italiana, per moltissimi italiani rappresenta un problema più che un’opportunità

L’immigrazione per moltissimi italiani rappresenta oggi un problema più che un’opportunità. Un pensiero, questo, che nel 2017 era molto più diffuso nel nostro Paese che in altri Paesi europei, nonostante il numero di immigrati residenti legali dai Paesi extra Ue e il numero di irregolari non fosse maggiore. È quanto emerge dalla ricerca condotta dalla rivista “Il Regno” e da Caritas italiana dal titolo “La fiducia dei migranti, la sfiducia degli italiani”. Se è vero che gli atteggiamenti xenofobi sono diffusi in una minoranza di italiani – spiega Caritas in un comunicato -, è altrettanto vero che la maggioranza degli italiani non è per un’accoglienza incondizionata, a partire soprattutto da un giudizio circa la fragilità delle nostre istituzioni e dalla sfiducia che il fenomeno migratorio possa essere governato. La ricerca, condotta da Paolo Segatti e Federico Vegetti dell’università statale di Milano, sarà pubblicata nel numero di ottobre della rivista allegata al mensile “Italia Caritas”. “Abbiamo scelto di condividere con la rivista Il Regno un’indagine sul tema dell’atteggiamento degli italiani sul fenomeno migratorio – spiega don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana -, per fornire uno strumento di comprensione delle tendenze in atto e avviare una riflessione a livello nazionale e locale, che superi la mera dimensione della contrapposizione”. “Forse c’è stato un deficit di comprensione di quanto nel Paese stava avvenendo – afferma ancora don Soddu. Le ferite aperte da una crisi economica tardivamente affrontata – con i suoi esiti di impoverimento e di incertezza – hanno probabilmente accelerato processi di ripiegamento, di evaporazione delle reti sociali, di isolamento individuale e di enfatizzazione del sentimento della paura dell’altro”. Lo studio mette in luce il fatto che in Italia vi sia una percezione distorta su quanti siano i migranti irregolari: nel 2017 la Fondazione ISmu ha stimato fossero meno dell’1%, mentre nell’ottobre 2017 ben il 47% degli italiani era convinto che la maggioranza degli immigrati fosse costituita da illegali. La ricerca mette inoltre in luce il fatto che una larga fetta di italiani non vuole aprire le porte di casa, più per ragioni economiche (55% degli intervistati) che per motivi culturali (meno del 40%). I più preoccupati risultano essere i meno istruiti, con una differenza tra coloro che hanno finito la scuola dell’obbligo e coloro che hanno finito l’università. Nella propensione all’accoglienza o meno è determinate l’orientamento degli italiani rispetto alla propria identità nazionale, che innesca anche eventuali “pregiudizi”. La disponibilità ad accogliere è aumentata negli ultimi 10 anni quando l’immigrato viene descritto animato dalla volontà d’integrarsi. L’effetto è sensibile. L’immigrato, quindi, non è accettato incondizionatamente, deve dimostrare di volersi integrare. In questo modo l’integrazione è possibile, ma ad alcune condizioni.

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