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La pace, la lotta alla povertà, la mancanza di educazione e di l’opportunità lavorative per i giovani, i matrimoni forzati: sono le sfide principali per costruire la pace in Sud Sudan, secondo quanto emerso oggi pomeriggio a Roma durante la tavola rotonda “Costruire la pace insieme” organizzata alla Pontificia Università Urbaniana dall’Unione dei Superiori generali (Usg) e dall’Unione internazionale dei Superiori generali (Uisg). Suor Orla Treacy, preside della Loreto School di Rumbeke ha raccontato la sua sfida principale, la lotta ai matrimoni forzati precoci: “Ogni anno perdiamo il 2 % delle nostre migliori allieve che vorrebbero andare all’università”. Un sacerdote sudsudanese, che ha sostituito il presidente della Conferenza episcopale del Sud Sudan a cui non è stato dato il visto, ha poi elencato alcune priorità per la Chiesa locale: “Essere attenti e sensibili ai bisogni dei diversi gruppi sociali; continuare le attività sociali sul territorio; agire con una visione pastorale integrale; insistere sulla formazione dei giovani alla pace e alla giustizia”. Prendendo spunto dalla “tragedia del Sud Sudan”, il presidente emerito della Corte costituzionale, Giovanni Flick, ha poi ricordato l’importanza della Costituzione, a 70 anni dalla sua nascita, per promuovere la giustizia e i diritti dell’uomo. “Nessuna comunità può pensare di perseguire i propri interessi – ha detto – chiudendosi in se stessa”. Nemmeno “la fortezza Europa del benessere”, ha precisato, invitando alla collaborazione e solidarietà tra i Paesi per “superare le enormi sperequazioni tra comunità sviluppate e in via di sviluppo”.