Spagna: Roger Torrent presidente del parlamento della Catalogna. Titoli e commenti dei giornali iberici

La presidenza del parlamento catalano è nelle mani del trentottenne indipendentista Roger Torrent, eletto ieri nella prima seduta del nuovo parlamento. A lui sono andati 65 voti del Parlament, mentre l’unionista José Maria Espejo ne ha raccolti 56. Anche nell’ufficio di presidenza del Parlament la maggioranza è dell’indipendentismo catalano, con 4 su 7 sui membri. Assenti nella seduta inaugurale il leader indipendentista Carles Puigdemont e gli altri tre parlamentari detenuti e quattro in esilio. Al loro posto dei fiocchi gialli sulle poltrone. Appena eletto Torrent ha ricevuto una telefonata di congratulazioni dal leader rifugiato a Bruxelles, da dove, titola El Pais stamane, ha spinto gli indipendentisti a “un altro scontro con lo Stato”. Il primo discorso del presidente eletto Torres, invece, commenta sul quotidiano di Barcellona La Vanguardia Lluìs Fox, “offre una prospettiva più serena e tra le parole appaiono ‘consenso, coesistenza e cucitura delle rotture’ causate da divisioni sociali che si sono radicalizzate nell’ultimo periodo”. Da Madrid El Mundo riporta che fonti del governo centrale hanno dichiarato che il discorso di Torrent “non ha peggiorato le cose”, ma che ciò “non garantisce per il momento un ritorno alla normalità”. “Onorato e grato” si è detto Torres in un tweet dopo essere stato eletto, e ha esortato a unirsi per ristabilire le istituzioni del Paese perché possano essere “al servizio della cittadinanza” nel miglior modo possibile.
Il neo presidente dell’assemblea ha inoltre affermato che “democrazia e convivenza saranno i pilastri” del suo mandato. La prima questione da dirimere è se Puidgemont potrà essere ancora presidente della Catalogna pur essendo all’estero. Su La Vanguardia si legge che “gli avvocati parlamentari hanno sconsigliato quest’opzione, che non ha precedenti nella storia del parlamentarismo europeo. La nomina di un presidente che non può esercitare di persona non è solo una sconsideratezza, ma un nuovo fallimento”.

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