Papa in Perù: Ardito Vega (Università Cattolica di Lima), “si affronteranno temi molto importanti, ma la situazione sociale e politica del Paese è complicata”

È un Perù socialmente più frammentato rispetto a un tempo quello che attende Papa Francesco. Con diversi livelli di ricezione e accoglienza del suo messaggio. È questa l’analisi di Wilfredo Ardito Vega, docente di Diritto alla Pontificia Università cattolica del Perù, con sede a Lima, interpellato dal Sir: “C’è chi aderisce ad un cattolicesimo tradizionale, popolare. Tra queste persone si respira gioia e attesa. Poi ci sono le popolazioni più povere, gli indigeni, i campesinos… La giornata che si vivrà a Puerto Maldonado, nell’Amazzonia peruviana, sarà molto importante. Si parlerà di rispetto del creato, inquinamento, diritti degli indigeni”. Per il docente, c’è però anche, “nelle città più grandi e soprattutto a Lima, una maggiore indifferenza rispetto a come era stata vissuta l’ultima visita di Papa Giovanni Paolo II. Molte di queste persone tiepide e indifferenti, ad esempio, neppure conoscono le situazioni che si vivono a Puerto Maldonado, faticano a capire il motivo per cui il Papa si reca fino a lì”. I maggiori giornali, poi, “presentano un Papa light, si occupano di aspetti di colore, più che del suo messaggio”.
L’arrivo del Papa, inoltre, coincide con un delicato momento politico. Il presidente Pedro Pablo Kuczynski ha da poco concesso l’indulto all’ex dittatore Alberto Fujimori ed è riuscito, forse anche grazie a questa scelta, ad evitare che il Parlamento votasse la sua messa in stato d’accusa per corruzione. Da settimane a Lima si susseguono manifestazioni. In tale contesto le parole del Papa, che certo saranno rivolte a tutti, rischiano di essere in qualche modo strumentalizzate, spiega Ardito Vega: “Ma io spero che il Papa parli apertamente contro la corruzione. Certo, la situazione è complicata. Quando affronterà il tema della corruzione ci sarà qualcuno che penserà si rivolga al presidente Kuczynski, se invece farà appelli alla riconciliazione, ecco che qualcuno penserà che allora è stato giusto dare l’indulto all’ex dittatore. Si rischia di leggere le parole del Papa con filtri sbagliati”. Certo, conclude il docente, “la situazione nel Paese è tesa. Il presidente ha faticato molto a trovare persone disponibili ad entrare nel Governo, che ha subito un rimpasto. Invoca la riconciliazione nazionale, ma rischia invece di dividere il Paese”.

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