Fatebenefratelli: Capitolo Provincia Lombardo-Veneta punta su stile di vita dei religiosi e formazione dei collaboratori laici

I dirigenti propongono di “garantire alcune prestazioni che non rientrano nei Lea o hanno tempi di attesa molto lunghi nel Ssn (es. odontoiatria, psicoterapia…) a tariffe calmierate/gratuite per i bisognosi”. I collaboratori insistono sull’apertura al territorio e sulla necessità di formare il personale sull’Ospitalità, carisma dell’Ordine. Dalle commissioni emerge poi l’indicazione di “strutturare effettivamente e organicamente la Scuola di ospitalità come strumento trasversale”. Il futuro di una quindicina di strutture dell’Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio si forgia all’insegna della condivisione: è questa la cifra del Capitolo provinciale che ha cadenza quadriennale ed è in corso in questi giorni; i suoi effetti investiranno le strutture ospedaliere e riabilitative dei Fatebenefratelli, dove operano più di 2200 persone e che sono distribuite tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e, in Croazia, l’Ospedale Sv Rafael di Cernik. Il Capitolo della Provincia Lombardo-Veneta è stato preceduto per tre mesi da una serie di riunioni in cui frati, dirigenti e collaboratori hanno passato al setaccio l’instrumentum laboris per tracciare le linee strategiche su cui si confronteranno ora i capitolari. Le conclusioni sono attese per il 3 febbraio con l’elezione del superiore provinciale (31 gennaio) e dei consiglieri provinciali (1 febbraio).
Sostenibilità carismatica ed economica, pastorale ospedaliera e identità e formazione sono i nodi principali della discussione. L’instrumentum laboris del 136° Capitolo, intitolato “Costruire il futuro dell’Ospitalità nella Provincia” punta, spiega una nota, ad attualizzare il carisma di San Giovanni Di Dio sotto diversi aspetti. Analizza l’identità dei confratelli e il ruolo della comunità all’interno del centro assistenziale, si sofferma sulla pastorale vocazionale e sulla sostenibilità carismatica ed economica dei centri, prefigurando collaborazioni con realtà assistenziali anche interconfessionali. Conferma l’impegno nella pastorale sanitaria, valorizza il ruolo dei collaboratori, preoccupandosi della loro formazione.

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