Società: Vittadini (Fond. Sussidiarietà), “senza ricostruzione dell’uomo, non si gestisce alcun problema”

“C’è bisogno di una ricostruzione dell’uomo, dell’io. Dopo l’illusione degli uomini soli al comando a livello globale e locale, se non c’è qualcuno che educa all’io, a riprendere coscienza del desiderio, della positività delle cose e della realtà, non si gestisce alcun problema: migrazione, sviluppo, lavoro, povertà, politica”. Lo afferma Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, in un’intervista al Sir nella quale traccia il bilancio della XXXVIII edizione del Meeting per l’amicizia dei popoli. “L’eredità del Meeting è la percezione di una critica serrata di ciò che è capitato, per vivere oggi”, spiega Vittadini, secondo cui “la critica migliore è con i fatti, con gente che si mette insieme e non guarda al passato”. Due i fili rossi della kermesse riminese: “Il primo è legato al fatto che si vede in tutto questo cambiamento d’epoca che c’è bisogno di una costruzione dell’io”. Il secondo – prosegue – “è il rilancio dei corpi intermedi: tutti hanno capito che senza corpi intermedi non si gestiscono gli immigrati, non si fa impresa, non si rilancia il lavoro, non si costruiscono luoghi di pace e di convivenza tra i popoli”. Secondo il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, “è finita l’epoca del ‘ci penso io, levatevi dai piedi’”, atteggiamento che ha contraddistinto “leadership precedenti alle attuali e alcune che le hanno sostituite”. Per Vittadini sono quattro i temi che il Meeting consegna al dibattito italiano: “Autonomia e parità della scuola e rilancio degli investimenti in capitale umano”, il “lavoro, inteso come aiuto a chi investe, occupa ed esporta”, “il tema demografico, da affrontare realisticamente pensando che a questo si lega il tema dell’immigrazione” e, infine, “il superamento della giustizia come giustizialismo”. “Sono temi – conclude – sui quali il cattolico non difende la sua fetta per i cattolici ma ciò che è per il bene comune”.

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