Sanità: De Biasi (presidente Commissione Senato), “brutti episodi anche recenti non facciano cadere la fiducia nel servizio sanitario italiano”

(dall’inviato a Rimini) – “I brutti episodi anche recenti non facciano cadere la fiducia in un sistema sanitario che è fatto principalmente da professionisti di straordinario valore e che lavorano in condizioni molto spesso non semplici”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Emilia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato, intervenendo all’incontro “L’epidemia silenziosa. Una vita piena di senso per invecchiare bene” svoltosi al Meeting di Rimini. “La sanità in Italia non è tutta uguale”, ha osservato De Biasi, rilevando che “c’è una differenza troppo grande tra le Regioni. Non è possibile che nel nostro Paese le possibilità di essere curati dipendano dal territorio in cui si vive”. La senatrice ha ricordato che “la Costituzione italiana definisce la salute come unico diritto fondamentale”. “Quando siamo ammalati – ha evidenziato – dovremmo essere presi in carico complessivamente per ciò che siamo. Non a caso nel piano della cronicità nazionale presente nei nuovi livelli essenziali di assistenza si dice in modo chiaro che la persona è una e che la ‘comorbidità’ richiede un piano unico”. “Dovrebbe essere un modo unico di lavorare – ha aggiunto – e per fare questo si è istituito un piano diagnostico terapeutico assistenziale, cioè un piano unico che tenga insieme la persona che ha problemi”. Per De Biasi, però, “questa idea si scontra con una rigidità organizzativa che va resa più flessibile e agile. Abbiamo bisogno che il medico di famiglia sia un punto di riferimento vero”. Inoltre “abbiamo bisogno di iniziare con una prevenzione sugli stili di vita fin dalla scuola”. Secondo la senatrice, è necessaria “l’umanizzazione della cura, con una medicina di narrazione e non solo farmacologica. Abbiamo bisogno come cittadini di essere ascoltati, e il medico deve avere questa attitudine”. C’è poi il problema di “integrare l’aspetto sociale e quello sanitario. Abbiamo bisogno di figure che intreccino le due competenze e che siano in grado di prendere in carico la persona che non è ancora non autosufficiente ma rischia di diventarlo se non viene presa in carico”. De Biasi ha fatto poi riferimento alla legge 38 sulle cure palliative e la terapia del dolore. “Ci dev’essere dignità nel nascere e nel morire, ma – ha rilevato – anche nel vivere le malattie, anche quelle degenerative”. La senatrice ha ricordato poi l’importanza di “creare rete nel territorio. Si può fare e costa anche poco”. “L’universalismo del nostro sistema sanitario nazionale non ha prezzo e – mi auguro – non dovrà mai essere garantito dalla carta di credito”, ha concluso.

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