Diritti umani: mons. Rudelli (Osservatore CdE) sull’azione internazionale della Santa Sede

“La promozione dei diritti umani nell’azione internazionale della Santa Sede”: è il tema affrontato oggi a Rovereto – invitato dalla Fondazione Opera campana dei caduti – da mons. Paolo Rudelli, Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. Un aspetto, la promozione dei diritti umani, “dell’azione internazionale” vaticana, ha specificato Rudelli. Il relatore ha affrontato il tema con una prospettiva storica, attraversando i secoli XIX e XX e il magistero pontificio da Paolo VI a Francesco. Sul magistero di Bergoglio, Rudelli ha affermato che non è ancora possibile “abbozzare un discorso che si possa dire compiuto”, ma “ci si deve pertanto limitare ad alcune suggestioni”. “La prima è quella di notare come il Papa abbia centrato l’attenzione sui diritti umani a partire dalle azioni sul terreno, prima e più ancora che attraverso interventi di carattere magisteriale. Si pensi all’improvviso viaggio a Lampedusa dell’8 luglio 2013, che catalizzò l’opinione pubblica su di un’emergenza, quella dei migranti, all’epoca ancora non compresa in tutta la sua gravità. Oppure, alla scelta di visitare Paesi estremamente provati da conflitti interni e quasi dimenticati, come la Repubblica Centrafricana nel novembre 2015, con l’apertura della prima porta santa del Giubileo della misericordia”. Sarebbe però “riduttivo interpretare in senso unicamente umanitario questa attività: Papa Francesco ha ripetutamente spiegato che, per un cristiano, si tratta di toccare e di venerare la carne di Cristo”.
“Sono gesti – ha aggiunto mons. Rudelli – che hanno un grande impatto sui credenti, poiché indicano una direzione pastorale, ma che trovano grande attenzione anche negli ambienti della politica nazionale e internazionale, poiché quasi sempre toccano delle piaghe scoperte. Questo approccio a partire dalla realtà, mi pare, viene conservato anche nei principali documenti del magistero pontificio, nei quali, più che una ripresentazione o un approfondimento della dottrina cattolica sui diritti umani, sono affrontati alcuni dei principali problemi che affliggono le società contemporanee, a partire da quello sguardo decentrato, dalle periferie e dai poveri, che il Papa ha più volte rivendicato come maggiormente capace di leggere la realtà”. “È impossibile, si è detto, offrire una sintesi compiuta di un insegnamento in pieno sviluppo, che sicuramente avrà ancora molto da dire in tema di promozione dei diritti umani. La sensazione è che l’approccio centrato sui problemi concreti abbia in primo luogo la funzione di richiamare tutti, cattolici e non cattolici, alla necessità di spendersi realmente par la causa dei diritti, in particolare per le persone che ne soffrono maggiormente la privazione”. In secondo luogo, un tale approccio “permette di sottrarsi almeno in parte alle critiche che la posizione cattolica riceve da parte della cultura dominante in occidente, che sta facendo della causa dei nuovi diritti, in particolare quelli legati al gender, la nuova frontiera dei diritti umani”.

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