Brexit: Parlamento Ue ribadisce i punti fermi del negoziato: diritti dei cittadini, accordi finanziari e frontiere sull’isola d’Irlanda

(Bruxelles) “Si potrà iniziare a parlare di un nuovo rapporto tra Unione europea e Regno Unito solo se si saranno fatti progressi sufficienti nei tre principali ambiti: i diritti dei cittadini, accordi finanziari e il problema delle frontiere sull’isola d’Irlanda”. Lo sottolinea in una nota il gruppo del Parlamento europeo incaricato di seguire il Brexit, alla luce degli incontri negoziali Ue-Regno Unito della scorsa settimana per il Brexit. Sarà il Parlamento a dire formalmente quando il “punto di progresso sufficiente sarà stato raggiunto”; dovrà avvenire per tutti e tre gli ambiti e non solo in uno o due. Sono soprattutto i diritti dei cittadini a preoccupare: è una “missione centrale del progetto europeo proteggere, non diminuire, i diritti fondamentali di tutti i cittadini”. Il Parlamento vuole si raggiungano “pieni diritti per i cittadini Ue in Gran Bretagna e dei cittadini britannici nell’Ue”; ciò significa salvaguardare i diritti “su riunificazione famigliare, copertura sanitaria, diritto di voto nelle elezioni locali, trasferibilità dei diritti sociali e le regole sulla residenza permanente”. Allo stesso tempo il Parlamento vuole evitare “pesi amministrativi per i cittadini” o intrusioni “nella privacy dei cittadini”, come vorrebbe la proposta di “controlli sistematici” contro il crimine. Infine il comitato dei sei parlamentari, presieduto da Guy Verhofstadt, chiede che “l’accordo di recesso sia direttamente esecutivo e includa un meccanismo in cui la Corte europea di giustizia possa svolgere pienamente il proprio ruolo”.

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