Pirandello: il ricordo del nipote sul settimanale della diocesi di Agrigento

Un'immagine con Luigi, Fausto e Pierluigi Pirandello

“Si pensa sempre che un nome importante sia un trampolino, e a volte lo è, ma altre volte può essere un peso insostenibile. Mio nonno Luigi, il cui nome, ancora oggi, appare come un sole che illumina la cultura del nostro tempo: la sua personalità ha pesato moltissimo sulla famiglia”. Lo afferma Pierluigi Pirandello, nipote di Luigi Pirandello, in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita del Nobel della letteratura, sulle pagine de “L’amico del popolo”, settimanale cattolico agrigentino. Pierluigi è figlio del pittore Fausto (1899-1975), a sua volta figlio del grande scrittore siciliano. “Chiamarmi Pierluigi Pirandello – confida sulle pagine del giornale – è stata a volte per me una grande responsabilità, ma molto di più lo fu per mio padre Fausto, un pittore di elevato spessore, costretto a vivere nell’ombra del famoso padre”.
“Dell’illustre nonno, ho pochi ricordi – si legge ancora – e tutti legati al breve periodo dell’estate del 1936, quando aveva deciso di trascorrere le vacanze con noi nella villa Sanfilippo di Anticoli Corrado. Anche se allora ero ancora molto giovane, c’è un episodio che mi è rimasto particolarmente impresso, avvenuto tra me, il nonno Luigi e mio padre, che ancora ricordo con intensità. Il nonno ogni mattina lavorava con la sua macchina da scrivere alla stesura de ‘I giganti della montagna’ ed il pomeriggio dipingeva con mio padre. Ricordo i loro accesissimi litigi per questioni che riguardavano l’arte pittorica. Allora avevo appena otto anni e, pertanto, non riuscivo a comprendere le ragioni di questi battibecchi. Fu proprio in quell’estate che Fausto realizzò il ritratto del padre (che ora si trova nella Galleria nazionale d’arte moderna a Roma, in seguito ad una mia donazione), mentre il nonno Luigi fece il mio ritratto”.

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