Oratorio: don Pascolini (Foi), “prossimità e alleanza con il territorio in un abbraccio che accoglie tutti”

La giornata-tipo al Grest, versione estiva degli 8.245 oratori parrocchiali italiani, è scandita da momenti di svago e gioco, preghiera e riflessione, laboratori, attività sportive; il filo conduttore è di norma una storia, per lo più tratta dalla Bibbia o da una grande opera della letteratura per ragazzi, perché “fare entrare i giovanissimi nella dimensione del ‘sogno’ incoraggiandoli ad ascoltare in profondità il loro cuore e a sognare ‘in grande’ muove il cuore, la testa e le mani, apre alla curiosità e alla speranza”, spiega in un’intervista al Sir don Riccardo Pascolini, presidente del Foi (Forum oratori italiani). Spesso la partecipazione è gratuita: in alcuni casi viene chiesto un contributo minimo, ma se qualche famiglia non ce la fa è la comunità a farsene carico. Don Pascolini indica nella prossimità e nella capacità di farsi carico dell’altro alcuni ingredienti di questo mix vincente. L’oratorio – Grest “risponde al bisogno di tante famiglie di avere un luogo sicuro e che dà fiducia”. E ancora: “Territorialità intesa come alleanza, osmosi con il territorio in un abbraccio che accoglie tutti, senza distinzione tra religioni ed etnie”; “crocevia multiculturale” perché riproduce le stesse dinamiche di “incontro e integrazione con il diverso che i nostri figli vivono in classe fin dai primissimi anni di scuola”. Per il presidente del Foi, l’oratorio è il ponte reale tra la strada e la Chiesa e al suo interno c’è spazio per tutti”. Oggi, conclude, la sfida è “camminare insieme per salvare e continuare a trasmettere l’’umano’ in questa società così individualista e frammentata”.

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