Oratorio: don Pascolini (Foi), “il Grest si struttura intorno a relazioni che ne fanno un luogo significativo”

Gioco e divertimento per educare alla vita buona e accompagnare la crescita umana e spirituale dei più giovani: l’oratorio parrocchiale in versione estiva diventa “Grest” e, chiuse le scuole, per qualche settimana apre le sue porte a quasi due milioni di under 14, cristiani e non. Il Grest, spiega in un’intervista al Sir don Riccardo Pascolini, presidente del Foi (Forum degli oratori italiani) “non è un effetto speciale dell’oratorio, ma il naturale compimento dell’attività ordinaria che si svolge durante l’anno creando opportunità educative e offrendo proposte di sostanza e di senso ai bambini e alle loro famiglie”. In oratorio “si creano relazioni vere. Lo stare con animatori un po’ più grandi riesce a creare un bel clima di empatia generativa di crescita umana e spirituale per tutti: il Grest non prende forma intorno ad una struttura ma intorno a relazioni che ne fanno un luogo significativo, un solido punto di presenza e attenzione educativa. E’ questo che ne fa la differenza rispetto ad altre iniziative estive per ragazzi”. Il suo “motore” sono gli animatori, adolescenti che finita la scuola, anziché pensare alle vacanze decidono di donare tempo ed energie a ragazzi e bambini nel segno della gratuità. “Uno sporcarsi le mani che allena a vivere per gli altri, a farsi risorsa e dono e, al tempo stesso, offre l’opportunità di acquisire un bagaglio di competenze per il futuro”. Ai sensi della legge sulla “Buona scuola”, infatti, l’attività di animazione in oratorio viene riconosciuta come esperienza formativa all’interno del percorso di alternanza scuola – lavoro”.

 

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