Iraq: Focsiv, “a Mosul 400.000 persone si sono sistemate lungo la via che porta a Erbil”

“Sono migliaia gli sfollati fuggiti da Mosul, forse 400.000 persone si sono sistemate lungo la via che porta dalla città sotto assedio a Erbil. Sono rifugiati nei campi informali, che non sono gestiti né dalle Istituzioni del Paese, né dalle agenzie Onu, né tanto meno dalle Ong. Vivono sotto le tende, i meno fortunati al riparo di teli, nell’attesa di tornare a casa. Qui le temperature estive sfiorano i 46° durante il giorno e non scendono sotto i 26° di notte. Manca l’acqua, il cibo, i medicinali e ogni genere di prima necessità. I più vulnerabili, i bambini, le donne incinte, gli anziani, le persone con malattie croniche, spesso lamentano malesseri dovuti alla disidratazione e alla malnutrizione senza contare il rischio di epidemie, conseguenza possibile della promiscuità nella quale vivono. Siamo quasi al collasso umanitario”. È la testimonianza di Mustafa Jabbar coordinatore di Focsiv Kurdistan da Erbil. Da mesi il team Focsiv sta fornendo alla popolazione cibo, latte per i bambini – molte donne hanno perso il latte materno e non sono in grado di nutrire i propri figli – pannolini, generi di prima necessità per gli anziani e i disabili. “Molti – aggiunge Jabbar – attendono che a Mosul le ultime resistenze cedano, consapevoli che, al di là di ogni previsione, la battaglia è lunga e si combatte metro per metro, centimetro per centimetro, mentre i civili rimasti intrappolati sono divenuti in molti casi scudi umani. Il 95% di coloro che vivevano nella parte alla destra del fiume Tigri, ormai liberata, stanno tornando a casa. Quella è la parte più moderna con strade larghe ed è stato più semplice liberarla ed ora controllarla, ma è la zona est quella più antica con vicoli e strade strette e non sono semplici le azioni di liberazione”. I volontari Focsiv proseguono il loro lavoro a fianco alla gente dei campi di Ainkawa 2 e Ashti ad Erbil, a Kirkuk e a Dibaga, mentre hanno avviato un progetto di ricostruzione e rientro degli artigiani e degli agricoltori a Qaraqosh, la cittadina santa per la Chiesa siriaca-cattolica della Piana di Ninive, una città distrutta nei 25 mesi di occupazione degli uomini del Califfato. Per Focsiv sarà importante “iniziare la ricostruzione delle case, delle scuole, delle infrastrutture, ma soprattutto dobbiamo, da subito, mettere in atto programmi educativi e formativi che ricostituiscano il tessuto sociale e che aiutino le persone a recuperare le radici culturali comuni, per fare pulizia dal pensiero estremista e deviante assorbito dalla nostra gente, soprattutto giovane, in questi due terribili anni”.

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