Papa Francesco: a Pie Discepole Divin Maestro, “non truccatevi la gioia”. No al “cancro della rassegnazione”

“Essere audaci e umili al tempo stesso, appassionati di Dio e dell’umanità, per farsi portavoce di Dio contro il male e contro ogni peccato”. È la definizione di profezia, nelle parole rivolte alle Pie Discepole del Divin Maestro, ricevute oggi in udienza dal Papa in occasione del loro Capitolo generale. “Al primo posto – l’invito alle consacrate – c’è la profezia della gioia, quella gioia che nasce dall’incontro con Cristo in una vita di preghiera personale e comunitaria, nell’ascolto quotidiano della Parola, nell’incontro con i fratelli e le sorelle, in una lieta vita fraterna in comunità, inclusiva della fragilità, e nell’abbraccio della carne di Cristo nei poveri”. “Ma per fare questo dev’essere una gioia vera, non una gioia truccata. Non truccatevi la gioia”, ha aggiunto a braccio. “Una sequela triste è una triste sequela!”, ha esclamato Francesco esortando le religiose ad una “gioia autentica, non autoreferenziale o autocompiaciuta”, che porta “ad uscire verso le periferie”. “Questa gioia allontana da noi il cancro della rassegnazione, frutto dell’accidia che inaridisce l’anima”, ha assicurato il Papa. “Non unitevi ai profeti di sventura, che tanto danno fanno alla Chiesa e alla vita consacrata”, l’invito finale: “Non cedete alla tentazione dell’assopimento – come gli apostoli nel Getsemani – e della disperazione. Svegliate il mondo, illuminate il futuro!”. “Per favore, suore rassegnate mai!”, l’altra esclamazione fuori testo. “Grazie, sorelle, per quello che siete, per quello che fate e per come lo fate, anche qui nella Città del Vaticano”, il congedo del Papa.

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