Diocesi: Trento, al Museo tridentino la mostra “Dipingere il buio. In realtà siamo liberi”

In appendice alla mostra “Fratelli e sorelle. Racconti dal carcere”, sarà inaugurata venerdì 26 maggio, alle ore 17.30, al Museo tridentino “Dipingere il buio. In realtà siamo liberi”, un’esposizione che raccoglie gli elaborati realizzati dai detenuti della casa circondariale di Spini di Gardolo nell’ambito del laboratorio “Un viaggio per parole e immagini”, promosso dal museo e dagli alunni di due classi della scuola secondaria di primo grado di Vezzano.
La mostra “Dipingere il buio. In realtà siamo liberi” rappresenta la conclusione di un percorso umano e formativo che il Museo diocesano tridentino ha avviato nel mese di febbraio 2017 con un gruppo di detenuti della casa circondariale di Spini di Gardolo. Non si è trattato di un “corso di pittura”: “L’obiettivo del progetto – spiega una nota – non era quello di insegnare una tecnica artistica, ma di stimolare nei partecipanti la capacità di elaborare e trasporre in ‘parole e immagini’ sentimenti e riflessioni intime”. Le classi II A e III A della scuola secondaria di primo grado di Vezzano (Istituto comprensivo Valle dei Laghi-Dro) hanno svolto un percorso parallelo di analisi, riflessione e rielaborazione di temi inerenti al concetto di carcere, giustizia, pena, libertà, consapevolezza, pregiudizio, perdono. Con questo progetto “il Museo diocesano ha voluto portare un contributo attivo alla promozione della dignità umana e al riscatto umano e sociale, nella convinzione che la cultura possa rappresentare una prospettiva importante di recupero per le persone recluse”. L’iniziativa, conclude la nota, “si configura come una proposta formativa di grande valore simbolico, poiché ribadisce la necessità di rendere il museo ‘accessibile’ a persone che vivono una condizione di esclusione sociale, raccordando due realtà raramente in dialogo”.

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