Diocesi: Roma, ieri la Festa dei Popoli. Alla celebrazione a San Giovanni in Laterano 1500 persone di 40 diverse comunità

“Dall’Albania al Venezuela, siamo oggi tanti popoli che diventano un popolo solo, perché siamo il popolo di Dio. In un certo senso, quindi, la Festa dei Popoli è la Festa della Chiesa”. Lo ha detto ieri mons. Paolo Lojudice, presidente della Commissione regionale Migrantes del Lazio, nella sua omelia per la Festa dei Popoli nella basilica di San Giovanni in Laterano. Una celebrazione molto partecipata con circa 1500 persone, concelebrata da 60 sacerdoti e che ha visto la presenza attiva di 40 diverse comunità che hanno animato l’intera liturgia con canti a cura di 10 cori di varie etnie e danze di ogni continente. Promossa dall’Ufficio Migrantes del vicariato di Roma, dalla Caritas diocesana e dall’Impresa Sant’Annibale onlus l’edizione 2017 della Festa dei Popoli ha avuto come tema “Costruiamo ponti non muri”. “Quest’anno – ha detto mons. Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes – abbiamo inteso ricordare, in un momento storico in cui le migrazioni sono analizzate sempre e solo nei loro aspetti più problematici, che le comunità immigrate presenti sul nostro territorio rappresentano ricchezza e risorse e che una convivenza pacifica e serena è sempre possibile”. La Festa, per la prima volta dalla sua ideazione, ha inserito, nella serie di appuntamenti, un momento di riflessione e confronto sul tema “Comunità migranti, Chiesa e città di Roma: donne in dialogo per l’integrazione tra i popoli”. La giornata, dopo la celebrazione della liturgia in basilica, si è conclusa con una festa di piazza celebrata sul sagrato, che includeva anche la degustazione di prodotti gastronomici tipici di 14 comunità partecipanti seguito da spettacolo folkloristico multietnico con esibizioni di una ventina di gruppi provenienti da diversi paesi del mondo.

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