Papa a Milano: don Recalcati (cappellano di San Vittore), “accolto da tutti, credenti e non credenti”

La presenza del Papa nel carcere di San Vittore a Milano, sabato 25 marzo, “è stata ben accolta praticamente dall’unanimità dei carcerati”. Lo spiega il cappellano, don Marco Recalcati, tracciando un bilancio dell’evento, vissuto anche dai detenuti non credenti o appartenenti ad altre fedi religiose. “Ci sarebbero bellissimi episodi da raccontare. Ad esempio un recluso di fede islamica ha fatto arrivare dal suo Paese una veste bianca, che si indossa nelle festività, poi ha confezionato un pacco e l’ha donato al Papa. Ne è stato felicissimo e orgoglioso. Direi che la visita ci ha fatto sentire tutti uniti, anche coloro che si trovano nel settore dei ‘protetti’, ovvero coloro che hanno alle spalle i reati più efferati”. Per il cappellano la presenza del Papa lascia un segno positivo, su due livelli: “Anzitutto all’interno del carcere. L’incontro personale con i detenuti, aver stretto le loro mani, averli guardati negli occhi, aver condiviso con loro il pranzo, ha in qualche modo restituito dignità a queste persone”. “Ma la visita – aggiunge – può portare anche qualche elemento di novità al di fuori dei cancelli di San Vittore. Può riportare il carcere stesso in un contesto civile e sociale, può ricordarci che in prigione ci sono donne e uomini come noi, che hanno sbagliato, ma sono persone, proprio come noi. Anche per questa ragione io insisto nel sostenere che il carcere debba rimanere qui, in mezzo alle case, in città”.

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