Gerusalemme: Cingoli (Cipmo), “una mela avvelenata dentro il pacco dono per Netanyahu”

L’annuncio di Trump, che ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele, “è un elemento che modifica, ancora una volta, la tradizionale linea degli Stati Uniti, ora riguardo alla città contesa ma che lascia sostanzialmente inalterati i fatti sul terreno”. Lo sostiene il presidente del Centro italiano per la pace in Medio Oriente (Cipmo), Janiki Cingoli, in un editoriale pubblicato su cipmo.org. Tra i motivi più probabili che hanno spinto il presidente Usa a prendere questa iniziativa ci sarebbe quello della “ricerca di un diversivo, che attirasse l’attenzione del mondo, e soprattutto dell’opinione pubblica Usa, distogliendola dal cappio sempre più stretto che le investigazioni sul Russiagate stanno stringendo intorno a Trump e alla sua famiglia, in particolare proprio al genero Jared Kushner” che guida il team negoziale che sta redigendo un nuovo piano di pace tra israeliani, palestinesi e mondo arabo. Analizzando il discorso pronunciato da Trump, Cingoli scrive che “l’elemento più significativo è la sottolineatura che, con questo riconoscimento, gli Usa non stanno prendendo posizione su alcun aspetto riguardante il negoziato sul Final Status, compresi gli specifici confini della sovranità israeliana dentro Gerusalemme, o la risoluzione delle contestazioni sui confini tra le due parti. Tali questioni, si afferma, sono lasciate al negoziato tra le parti coinvolte”. E questo, per il presidente del Cipmo, “contrasta in pieno con la versione israeliana di ‘Gerusalemme capitale unica e indivisibile di Israele’. In qualche modo, una mela avvelenata lasciata dentro il pacco dono per Netanyahu che pure di questo è certo pienamente consapevole”. Netanyahu sa, anche, “di aver contratto un grosso debito di riconoscenza verso il presidente degli Stati Uniti e il premier di Israele sa che Trump resta essenzialmente un mercante, e con lui i debiti si pagano”. Come questo accadrà lo diranno i prossimi mesi e il contenuto della nuova proposta di pace Usa.

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