Povertà: Comunità Sant’Egidio, “Roma. Dove mangiare, dormire, lavarsi” 2018. A scuola d’italiano anche profughi siriani e dal Corno d’Africa

235 pagine, 14 sezioni, 564 indirizzi, 8mila copie distribuite gratuitamente ai senza dimora e agli operatori dei servizi. È la 28ª edizione della Guida “Roma. Dove mangiare, dormire, lavarsi”, realizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e presentata questa mattina nella capitale. Oltre all’edizione romana, la guida è pubblicata anche in altre città italiane. Il vademecum contiene le indicazioni di 41 mense (una in più rispetto al 2017), delle cene per la strada offerte da 40 gruppi di cui 14 parrocchiali (2 in più rispetto all’anno precedente), di 47 centri stabili dove dormire (7 in più rispetto all’anno scorso) tra cui il nuovo centro di accoglienza notturno Villetta della misericordia presso il Policlinico Gemelli. Per lavarsi ci sono 27 servizi docce (5 in più rispetto al 2017) e sono 39 i centri in cui è possibile ricevere cure mediche; 166 i centri d’ascolto contro i 145 dell’anno scorso; 10 i telefoni per aiuto. Nel vademecum sono inoltre indicati 32 centri e comunità per alcolisti e tossicodipendenti, 7 asili e scuole private per bambini stranieri, 13 centri di assistenza per detenuti e 11 per donne vittime di tratta. Sono 19 i servizi contro il gioco d’azzardo; 24 le scuole di italiano per stranieri (11 sedi di Sant’Egidio) e 5 i corsi di formazione per mediatori culturali. “Tra gli alunni delle scuole di italiano – spiega il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo – anche i siriani arrivati attraverso i corridoi umanitari, per ora mille; i mille arrivati dal Libano e i 25 profughi del Corno d’Africa arrivati a fine novembre nell’ambito del protocollo di intesa con lo Stato italiano, siglato da Cei e Comunità di Sant’Egidio”. E c’è anche una novità: la “Lavanderia del Papa” voluta dall’Elemosineria apostolica dove i clochard possono lavare e asciugare gratuitamente vestiti e coperte, gestita da Sant’Egidio presso l’antico complesso ospedaliero del San Gallicano. “Un gesto per promuovere la dignità di queste persone”, chiosa Impagliazzo.

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