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Norvegia: sentenza sulla registrazione dei cattolici. “Nessuna frode”, ma pena pecuniaria per la diocesi di Oslo

Prosciolto l’ex economo dall’accusa di frode e condannata la diocesi di Oslo al pagamento di una multa di due milioni di corone per mancanza di controllo: questa la sentenza emessa venerdì 8 dicembre dalla corte distrettuale di Oslo per il caso della registrazione dei cattolici negli elenchi diocesani secondo procedure non conformi alle regole. Ne dà notizia la diocesi stessa. “Soddisfazione” per l’assoluzione ha espresso l’avvocato difensore della diocesi Sindre-Jacob Bostad, che si è detto però “deluso” per la sanzione pecuniaria. “Contraddice la nostra percezione di ciò che è successo. Non siamo d’accordo con la pena e leggeremo la sentenza prima di decidere se ricorrere in appello o meno”. All’origine del caso è l’accusa di aver registrato nel periodo 2011-2014 più cattolici degli effettivamente residenti in Norvegia e di dovere allo Stato un risarcimento del contributo versato alla comunità cattolica sulla base di un numero ritenuto gonfiato. L’accusa aveva chiesto 5 milioni di multa e un anno di pena per l’ex economo. Secondo il giudice della Corte distrettuale Ellen Meinich Martens non c’è stata “frode deliberata” seppure sarebbe stato necessario “impedire la pratica della registrazione illegale”. Secondo la diocesi non è stata fornita alcuna istruzione su come dovrebbe avvenire la registrazione dei cattolici, che a seguito dell’immigrazione da Lituania e Polonia, sarebbero molti di più di quanti spontaneamente dichiarano la propria appartenenza.

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