Diocesi: Perugia-Città della Pieve, mercoledì l’intitolazione della sala riunioni del “Villaggio della Carità” a mons. Giacomo Rossi

Quest’anno lo scambio degli auguri natalizi, in programma il 13 dicembre (ore 18) tra i volontari e gli operatori dell’Emporio “Tabgha” e del “Villaggio della Carità”, sede della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve (via Montemalbe 1 – zona via Cortonese), sarà caratterizzato da un incontro che culminerà con l’intitolazione della sala riunioni del “Villaggio” a mons. Giacomo Rossi (1930-2017), fondatore e primo direttore della Caritas perugina, ritornato alla Casa del Padre lo scorso 23 giugno dopo una lunga malattia. Interverranno il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, il direttore della Caritas diocesana, diacono Giancarlo Pecetti, con la moglie Luisa, condirettrice, e alcuni “giovani” della “scuola della carità e della condivisione” di don Giacomo. A coordinare l’incontro sarà il giornalista Riccardo Liguori, responsabile dell’Ufficio stampa e comunicazione della Caritas, servizio che è stato attivato venti anni fa da mons. Rossi con l’obiettivo di “dare voce a chi voce non ha”, in primis gli “ultimi”. “Con lui – ricorda Liguori – demmo vita a ‘Notizie Caritas’ (inserto redazionale del settimanale La Voce), il foglio periodico di collegamento della ‘rete’ Caritas diocesana e regionale, e realizzammo una trasmissione radiofonica quotidiana in onda su Umbria Radio, che oggi si chiama ‘Gocce di Carità’, che anni fa ottenne dei premi speciali della Giunta regionale dell’Umbria per il miglior programma radiofonico di comunicazione sociale”.
Mons. Rossi, oltre ad aver fondato la Caritas diocesana e dato vita a diversi servizi di valenza anche sociale, si prodigò ad attivare a Perugia, a partire dal 1989, un servizio di ascolto e di accoglienza per studenti immigrati, poi divenuto il Centro di ascolto diocesano. Nei suoi venticinque anni di direttore della Caritas diocesana (1976-2001) portò avanti numerosi progetti a favore degli “ultimi”: disabili e malati senza alcuna assistenza, detenuti e detenute, persone in gravi condizioni di disagio e di emarginazione, giovani e svantaggiati in cerca di lavoro, dando vita a diverse opere segno, cooperative sociali e contribuendo alla nascita dell’Associazione perugina di volontariato (Apv) e all’opera del Centro volontari della sofferenza (Cvs).

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