Africa: Raffaelli (Amref), “serve un modello di sviluppo adatto ai tempi attuali. L’Italia deve avere un ruolo di primo piano”

“Oggi, a causa del terrorismo e della violenza degli integralisti, in Africa c’è molta più instabilità rispetto agli anni Novanta. Ecco perché serve uno sforzo maggiore per trovare un modello di sviluppo che sia adatto ai tempi che corrono. L’impegno dell’Italia per favorire i percorsi di pace deve essere costante, affinché sia possibile per il nostro Paese ritrovare una leadership forte in tutta l’aera”. Lo ha detto il presidente di Amref Health Africa in Italia, Mario Raffaelli, intervenendo oggi pomeriggio a Roma al dibattito “Africa italiana. Quali Afriche sono cruciali per l’Italia”, organizzato da Limes, in collaborazione con Eni e con la Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi). Il convegno, moderato dal direttore di Limes, Lucio Caracciolo, ha affrontato le questioni più stringenti riguardanti l’Africa, questioni di importanza cruciale sia per l’Italia sia per l’Europa: demografia, sviluppo urbano, energia, migrazioni, sicurezza e diritti umani. Secondo Raffaelli, l’immigrazione nel nostro Paese “non è affatto un’emergenza, bensì un fenomeno strutturale su cui serve un approccio totale”. Investimenti sulla sicurezza, cooperazione, stabilità e diritti umani: ecco, in sintesi, la ricetta di Raffaelli per aiutare l’Africa a risollevarsi dai troppi conflitti che la attanagliano. In questa partita, ha spiegato il presidente di Amref Italia, “il ruolo dell’Italia deve essere di primo piano, con la consapevolezza che le sfide del Mediterraneo richiedono sforzi che vanno aldilà degli interessi economici e politici del Continente europeo”.

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