5 anni di @Pontifex: mons. Becciu, si evangelizza anche con i tweet

“Mi ricordo che eravamo da Papa Benedetto: era un pochino impacciato, tergiversante nel premere i tasti del tablet. Però, nello stesso tempo, lo vidi gioioso: gioioso di potersi mettere in dialogo con i cibernauti, di far parte della nuova onda dei comunicatori moderni, per cui ho un bel ricordo. E mi pare che i risultati diano ragione a quella scelta tempestiva: 40 milioni di follower su Twitter, e cinque milioni su Instagram”. Così mons. Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato – in un’intervista rilasciata a Radio Vaticana – ricorda il primo tweet pubblicato da Benedetto XVI sull’account @Pontifex, il 12 dicembre 2012. “Quale mezzo migliore per poter arrivare a tanta gente e diffondere la Parola di Dio!”, esclama l’arcivescovo a proposito di quella scelta, ripresa da Papa Francesco che oggi è seguito sull’account Twitter da 40 milioni di persone, in 9 lingue. Papa Francesco “non è familiare con queste nuove tecnologie, però è interessato”, spiega Becciu: “Vuole vedere, essere aggiornato, lo strumento lo legge! Io penso che il Papa sia cosciente di essere l’evangelizzatore, il primo missionario nel mondo. E quindi per lui tutti gli strumenti vanno bene: gli strumenti che possono portare la sua parola evangelizzatrice. Questo oggi è uno strumento quasi indispensabile, unico: non può farne a meno. Con gioia vedo che legge i tweet che deve pubblicare e li approva con grande entusiasmo”. Quanto alla lezione di Francesco su come usare le nuove tecnologie, l’arcivescovo la sintetizza così: “Anzitutto non abusarne: alla Messa, non usarli! E ha fatto anche a noi preti, vescovi, il richiamo che non possiamo abusare di questi strumenti. Però, nello stesso tempo, dobbiamo avere il coraggio e la saggezza nel saperli utilizzare. Il coraggio perché è una novità e quindi bisogna sapersi ‘buttare’ in queste novità. E poi la saggezza: come ogni strumento, va usato nella misura giusta. Vediamo che molti ne fanno un utilizzo, ‘nefasto’, di offese, luogo di discussioni molte volte offensive. E invece per noi deve essere lo strumento che aiuta a comunicare con gli altri. E la comunicazione deve aiutare a crescere nello spirito, nella cultura, nell’approccio verso gli altri”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy