Defunti: mons. Marcianò (Omi), “caduti militari ministri di pace”

foto SIR/Marco Calvarese

“I caduti che oggi ricordiamo, i nostri militari, ancora oggi, sono stati strumento di vicinanza e sostegno di ogni povertà; potremmo dire che al gemito universale, che tutti unisce, hanno risposto con la comunione di una benedizione, di un amore universale in grado di affratellare il mondo”. Lo ha detto l’arcivescovo Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia (Omi), celebrando questa mattina al cimitero del Verano, a Roma, una Messa in ricordo dei caduti di tutte le guerre. Nell’omelia l’ordinario ha definito i militari “ministri di benedizione, perché raccolgono il gemito di tutte le situazioni umane e vedono risplendere nei fratelli lo stesso Volto di Cristo. Ministri di pace perché capaci di un servizio, di un sacrificio, di un dono di sé che può cambiare il volto della storia umana”. “Il gemito attraversa la storia. Ed è proprio la storia ad insegnare come solo la comunione, solo la fraternità possa trasformarlo in benedizione e pace, anche nel buio delle violenze, delle guerre, dei fallimenti”. Il pensiero di mons. Marcianò è andato poi alla battaglia di Caporetto, di cui ricorre il centenario, “segno di una sconfitta, di una tragedia nella quale molti, troppi uomini hanno perso la vita e che solo l’eroismo concreto della carità e il senso alto dell’unità hanno saputo trasformare in possibilità di rinascita per il nostro Paese”. “Non lo dimentichiamo – ha concluso il presule – le rovine della guerra altro non sono che le rovine dell’umano! Su queste, si può ricostruire solo superando ciò che viola la dignità della persona e ricostruendo il senso di popolo, l’unità tra popoli, la comunione della famiglia umana. La comunione è il contenuto del Vangelo ed è la pietra miliare di ogni società che si voglia definire umana. È il collante che unisce cittadini e istituzioni, popoli lontani e stranieri, fratelli che, come noi oggi, si interrogano sul senso della vita e della morte”.

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