Settimana sociale: Gatti (vicepresidente Comitato), un “manifesto” al governo per “proposte cantierabili”

(dall’inviata a Cagliari) Una sorta di “manifesto” di “proposte chiare e di impegni responsabili”. Sarà questo, ha anticipato Sergio Gatti, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore, il bagaglio che ciascuno dei mille partecipanti alla Settimana sociale di Cagliari porterà con sé. Un manifesto, ha spiegato il relatore, che conterrà “un messaggio al Paese, a tutti gli italiani: non solo ai cattolici italiani che vivono dentro e fuori l’Italia; non solo ai cattolici in Italia, quelli non italiani che vivono e lavorano in Italia. Un messaggio sul senso del lavoro, sulla dimensione politica del lavoro, sulla necessità del lavoro che unge di dignità il pane quotidiano”. Nel manifesto di Cagliari, ha proseguito Gatti, troveranno posto “gli impegni che si assume la comunità ecclesiale italiana”, sotto forma di “un pacchetto articolato di proposte concrete”. “Alcune le consegneremo al governo italiano, altre alle istituzioni europee, in particolare all’unica istituzione democraticamente eletta, ovvero il Parlamento europeo”, ha spiegato riferendosi alla giornata di sabato 29 e domenica 30, che vedranno la presenza ai lavori rispettivamente del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. “Cagliari è solo una tappa”, ha precisato Gatti, rendendo noto che “le proposte saranno di tre tipi: alcune immediatamente cantierabili, altre strutturali, altre ancora profetiche”. “Le proposte cantierabili, che cercheremo di rendere precise e tecnicamente solide, potrebbero anche trovare spazio tra le misure della Legge di stabilità per il 2018 che il presidente Gentiloni sabato probabilmente ci illustrerà nei suoi capitoli dedicati al lavoro”, la previsione del vicepresidente del Comitato, secondo il quale, invece, “le proposte strutturali potrebbero richiedere una maturazione politica e normativa di medio periodo”. Le proposte profetiche, infine, “sono quelle che richiedono anche un passaggio culturale, istituzionale, politico, infine normativo”.

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