“Sostenere, incorporare e costruire i legami tra la famiglia, la scuola e la comunità ecclesiale locale” è indispensabile per la trasmissione della fede e la catechesi dei più piccoli. Lo ha detto oggi l’arcivescovo di Armagh Eamon Martin intervenuto alla Conferenza sull’educazione cattolica in corso a Dublino. Affidare i propri figli a una scuola cattolica, infatti, significa anche “dare fiducia al fatto che la comunità scolastica assisterà i genitori” nell’accompagnare i figli in un itinerario di fede, ma “senza sostituirsi ad essi” in questo compito. La difficoltà di queste scuole oggi sta nell’educare i giovani “bombardati di messaggi” che “spronano al successo” o cercano di persuaderli a “concentrarsi al massimo su se stessi”. Anche per le scuole è una tentazione “vendersi a questa cultura prevalente”. Preoccupante è che le politiche sull’istruzione in Irlanda sembrino portare a un “modello generico d’istruzione primaria”, “diluendo” il diritto dei genitori a scuole che “vivono senza vergogna e intenzionalmente un ethos basato sulla fede”, senza però essere “scuole per i cattolici”. Il loro ethos “mira a essere inclusivo e accogliente”, “rispettoso” delle persone “di ogni credo e contesto ideologico” incoraggiando “la crescita religiosa di tutti secondo la propria fede”. L’arcivescovo ha inoltre insistito sul dovere di “fare attenzione a chi è ostracizzato o lasciato indietro”, vigilando sulle “disuguaglianze di un sistema educativo in cui troppi giovani lasciano la scuola”.