Chiesa e media: don Bianchi (La Voce del Popolo), “raccontare meglio la fede degli uomini comuni”

Un invito a “raccontare meglio la fede degli uomini comuni”. Lo lancia don Adriano Bianchi, direttore del settimanale cattolico di Brescia “La Voce del Popolo”, nell’editoriale del numero in uscita oggi. Nel commentare l’impatto mediatico su tv e giornali del furto sacrilego al Santuario di Montecastello a Tignale dove sono state rubate le reliquie con il sangue di San Giovanni Paolo II e i frammenti ossei del beato Jerzy Popieluszko e dell’appello del parroco alla loro restituzione, Bianchi riconosce che si tratta di “un dono certo prezioso per quella comunità cristiana, richiesto in Polonia e concesso dal card. Dziwisz (ex segretario del Papa polacco)”. Tuttavia, fa notare, “molte altre simili sono sparse in tutto il mondo, fors’anche in reliquiari più preziosi di quelli trafugati (che paiono essere il vero interesse dei ladri). Pertanto nulla di materialmente rilevante è stato tolto a Montecastello. Molto è stato tolto alla devozione di quel popolo che si sente ferito quando si toccano i propri santi o quelli le cui testimonianze che sono ancora vive nel cuore di chi li ha conosciuti e amati”. Il sacerdote si chiede allora come giustificare “l’interesse abnorme dei media”. “L’immaginario collettivo che tv e giornali hanno della Chiesa, dei cristiani e della loro fede – osserva – resta sostanzialmente, nonostante il Concilio, per lo più miracolistico”. Questo spiegherebbe lo scarso interesse mediatico per “la Chiesa che raduna 1200 delegati a Cagliari per le Settimane sociali sul lavoro”. “Senza nulla togliere ai santi – conclude allora Bianchi -, forse è la fede dei “fanti” (gli uomini comuni) che andrebbe meglio raccontata”.

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