Diocesi: mons. Fragnelli (Trapani), dopo la Gmg “siamo chiamati a liberare i giovani dal virus della tristezza”

“Siamo chiamati ad accompagnare personalmente i giovani che hanno preso parte alla Gmg in un cammino quotidiano capace di far lievitare la ricchezza dell’insegnamento del Papa e degli incontri vissuti in uno stile di vita autenticamente cristiano”. È quanto ha affermato il vescovo di Trapani, monsignor Pietro Maria Fragnelli, incontrando i giovani della diocesi che hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù (Gmg) a Cracovia con Papa Francesco. “Un’occasione – si legge in una nota – per fare il punto e ripartire dopo questa straordinaria esperienza che attraverso le figure dei santi della Misericordia, primo fra tutti San Giovanni Paolo II, gli incontri e le veglie, le catechesi dei vescovi, le parole del Papa, l’esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz ha dato una marcia in più nel cammino personale ed ecclesiale”. I 55 trapanesi partecipanti alla Gmg hanno condiviso la propria esperienza in un diario pubblicato su facebook nella pagina del gruppo “Diocesi di Trapani Il mio giubileo”. “Siamo tornati in diocesi con uno zaino molto più pesante rispetto alla partenza, carico di vissuti profondi – racconta, facendosi portavoce del gruppo, il direttore del pastorale giovanile, don Filippo Cataldoche – che ci hanno permesso di sperimentare l’entusiasmo degli incontri e della festa, la leggerezza del perdono che diventa esperienza di misericordia donata e condivisa, la fatica del viaggio, lo stupore dinanzi ad altre culture e la bellezza di nuovi luoghi e paesaggi, l’affetto di persone pronte ad accogliere e condividere la propria casa e la propria famiglia”. “Il dopo Cracovia impegna in modo particolare me e i sacerdoti”, osserva Fragnelli, anche lui presente alla Gmg, per il quale “siamo chiamati, adesso ancora di più, a liberare i giovani dal virus della tristezza, per usare le parole di Francesco, indicando loro percorsi concreti di esperienze di gratuità e condivisione con tutti gli svantaggiati del nostro territorio, aiutandoli a realizzarsi come persone non in funzione di sé ma per gli altri”.

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