Diocesi: mons Mazzocato (Udine), dopo il terremoto “il Friuli è risorto perché era popolo con forte anima cristiana”

La Convention e l’incontro dei friulani nel mondo di quest’anno “si colorano della memoria del 40° anniversario del terremoto. Anche l’arcidiocesi di Udine ha ricordato questo evento, tragico e grande insieme, con una solenne messa nel duomo di Gemona la sera del 5 maggio scorso. Desideriamo, infatti, che non si spenga quel sentimento spontaneo apparso scritto sui muri delle case diroccate: ‘il Friûl al ringrazie e nol dismentee’”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia della messa celebrata oggi sul monte di Ragogna con i Fogolârs Furlans nell’ambito dell’incontro annuale promosso dall’Ente Friuli nel mondo. “Ma che cosa non vogliamo dimenticare e, piuttosto, tramandare anche ai nostri figli? Certamente non vanno dimenticati il coraggio e la straordinaria forza d’animo mostrata dal popolo friulano, la capacità di unire menti, cuori e braccia in una catena di collaborazione, la commovente gara di solidarietà che ha richiamato in Friuli diocesi, parrocchie, organizzazioni, associazioni italiane ed europee. Vogliamo resti vivo nella memoria l’immediato accorrere dei Fogolârs furlans di tutto il mondo richiamati dall’invocazione di aiuto della loro casa e della loro terra ferita”.
“C’è, però, qualcosa d’altro che, a 40 anni dal terremoto, è assolutamente importante non dimenticare. Da quale sorgente hanno attinto i friulani quelle straordinarie energie fisiche, intellettuali e morali grazie alle quali hanno realizzato assieme la grande ricostruzione? Nei momenti di prova un uomo, prima ancora che chiedere aiuti all’esterno, cerca spontaneamente dentro di sé la convinzione e la forza per non cedere ma per reagire e superare. Subito, in mezzo alle macerie, i friulani – sottolinea Mazzocato – hanno trovato dentro se stessi la molla, il segreto per reagire e ripartire. La spinta più profonda per la ricostruzione è partita dall’anima dei friulani e del popolo friulano; un anima forte, formata alla fede e alla speranza, un’anima profondamente cristiana”. Il vescovo ha aggiunto: “Nelle nostre commemorazioni di quella straordinaria esperienza non dimentichiamo che il Friuli è risorto perché era un popolo con una forte anima cristiana. Non dimentichiamo quest’anima come, purtroppo, sta succedendo in Europa”. “Quando l’uomo trascura l’anima, crea dentro di lui un vuoto che fa perdere il valore a tutti i beni materiali che egli può aver accumulato; un vuoto che sgretola i rapporti con le persone, anche le più vicine. Cari fratelli e sorelle, non dimentichiamo la nostra anima cristiana alla quale hanno attinto speranza e forza i friulani in mezzo alle macerie del terremoto”.

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