Ecumenismo: Ricca (teologo valdese) a Sae, “è la profezia oggi”

“L’ecumenismo è la profezia oggi”. È quanto ha affermato il teologo valdese Paolo Ricca durante la tavola rotonda su “Lo Spirito di profezia nell’oggi delle Chiese” che ha concluso la 53ª Sessione di formazione ecumenica del Segretariato attività ecumeniche (Sae) svoltasi ad Assisi. Dopo aver ricordato che “il profeta è di solito un uomo solo. Non è un uomo di successo, viene sovente osteggiato, perseguitato” per cui “profezia vuol dire andare incontro a un destino difficile, amaro”, Ricca ha parlato dell’ecumenismo come “profezia che non è nata oggi, ma è giovane, appena nata se la si confronta coi mille anni di separazione tra Oriente ed Occidente e i 500 anni di separazione tra cattolici e protestanti nella chiesa di occidente”. “Il profeta – ha aggiunto il teologo valdese – è il portavoce di Dio che dice oggi quello che Dio sta per fare domani”. “È chi vive l’oggi come se fosse già domani”, ha proseguito, evidenziando che “questo è ciò che accade nello spirito ecumenico dove noi viviamo le nostre appartenenze confessionali insieme alla nostra appartenenza ecumenica e queste due appartenenze si confrontano, si accavallano”. Richiamando l’immagine profetica del poliedro adoperata dal Papa con i Pentecostali, Ricca ha rilevato che “quest’immagine si pone in una silenziosa antitesi con l’immagine dei cerchi concentrici utilizzata da Paolo VI nell’enciclica Ecclesiam Suam”. Per il teologo valdese l’immagine del poliedro ha un duplice valore: “Illustrare l’unità e la diversità, l’unità non come uniformità” e “illustrare che questo poliedro ha naturalmente un centro, ma invisibile, non si può localizzare”. “Il poliedro è un’immagine molto bella dell’unità della Chiesa, e io direi anche del mondo, che non è quello di Roma, ma è un centro invisibile che è Cristo”. Infine Ricca ha parlato del profeta disarmato, che “non ha altra arma che la parola”. “Il profeta – ha sottolineato – è disarmato perché vuole disarmare l’uomo, perché lo vuole umanizzare”. “Se lo spirito ecumenico è lo spirito profetico e lo spirito profetico ci spinge sul confine, adesso – ha concluso – comprendiamo che il confine fondamentale e decisivo è quello tra umanità e disumanità e dove il confine si sposta dalla disumanità all’umanità lì soffia lo spirito di profezia”.

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