Parrocchie aperte: mons. Pedi (Seminario di Caltagirone), “i sacerdoti devono farlo per primi, ma non da soli”

“La formazione dei futuri sacerdoti non può prescindere da tutto ciò che già sappiamo, ma che il Papa con sollecitudine ci ricorda ad alta voce: il nostro essere cristiani si nutre di sacramenti e preghiera, ma accanto alla catechesi e alla liturgia dobbiamo dare spazio alla carità”. Così monsignor Umberto Pedi, direttore spirituale del seminario di Caltagirone, in risposta alle parole del Papa che ha invitato “il servitore” ad aprire “le porte del suo tempo e dei suoi spazi a chi gli sta vicino e anche a chi bussa fuori orario, a costo di interrompere qualcosa che gli piace o il riposo che si merita”. “Se pensiamo alla parabola della pecorella smarrita e vogliamo attualizzarla – aggiunge -, magari dovremmo invertire le proporzioni: una sola è nell’ovile mentre le altre novantanove aspettano di essere raggiunte”. “Essere ‘parrocchia aperta’ – osserva mons. Pedi – vuol dire prendersi cura, mettersi accanto, cuore a cuore con chi ha bisogno. E i sacerdoti devono farlo per primi, ma non da soli: i diaconi devono essere mani e piedi e occhi del vescovo e del parroco”.

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