Parrocchie aperte: don Lanza (Lungro), “il tempo non è scandito dall’agenda ma dalle relazioni”

Ogni battezzato “scopre e accetta” che il suo tempo “non è scandito dall’orologio e dagli impegni dell’agenda bensì dalle relazioni, vissute nella luce di Colui che ha fatto grandi cose nella sua vita, dal quale tutto ha avuto e al quale tutto innalza, in ogni momento e per sempre”. Così il vicario generale e moderatore di Curia dell’Eparchia di rito cattolico-bizantino di Lungro, in provincia di Cosenza, don Pietro Lanza. Per il sacerdote a vivere così “non sono chiamati solo i diaconi, i preti, i vescovi, i religiosi e le religiose ma ciascun battezzato. Ognuno, infatti, nel corso della sua vita e nelle sue azioni è chiamato a diventare somigliante al Padre, perfetto come Lui, che è misericordioso. A diventare come Gesù ‘volto della misericordia del Padre’. Ad esercitare la sua diaconia nell’universo, che non si ferma mai”. Un atteggiamento di questo genere – spiega – “di amore e dedizione senza limiti, lo si può già vedere nella vita familiare, dove gli sposi, uniti da Dio, nel sacramento dell’amore, non si amano a tempo determinato, non hanno un orario di servizio, ma si amano pienamente e per sempre, ovvero si amano come Dio ama. La Chiesa, i battezzati, non costituiscono una organizzazione ma il corpo di Cristo, la famiglia di Dio e anche ivi non vi sono limiti di tempo e di assolvimento di funzioni, ma regna la luce di Dio, Santo ed eterno, creatore di tutto, anche del tempo”. Nella “luce di Dio”, conclude il sacerdote, siamo chiamati a vivere il nostro tempo “come azione di lode e come dono ai fratelli e alle sorelle, in pellegrinaggio sulla buona via eterna della santità”.

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